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  • Milan-Monza sarà un successo... per Berlusconi e Galliani. I milanisti hanno capito solo ora la loro importanza

    Milan-Monza sarà un successo... per Berlusconi e Galliani. I milanisti hanno capito solo ora la loro importanza

    • Alberto Cerruti
      Alberto Cerruti
    Comunque vada sarà un successo. Per il Monza, almeno. E quindi per Silvio Berlusconi e Adriano Galliani, l’unica coppia che non è mai scoppiata negli ultimi trentasei anni, e otto mesi esatti oggi, del calcio italiano. Già, perché ne sono volati così tanti da quel 20 febbraio 1986 quando “Sua Emittenza”, come veniva chiamato allora Berlusconi, divenne il proprietario della maggioranza delle azioni del Milan, in attesa di essere nominato ufficialmente presidente il 24 marzo successivo. Comunque vada sabato pomeriggio a San Siro, per loro sarà un successo perché mentre per i rossoneri sarà una giornata uguale a tante altre, per il Monza sarà una partita storica nel vero senso della parola: la prima a San Siro in serie A. Il calendario avrebbe potuto far debuttare i biancorossi contro l’Inter, ma non sarebbe stata la stessa cosa per Berlusconi e Galliani. Meglio così, allora, per moltiplicare le emozioni e i ricordi, con la certezza che essendo il pronostico dalla parte dei campioni d’Italia, basterebbe un pareggio anche senza gol per regalare più soddisfazione alla premiata ditta B&G che ai nuovi proprietari della società rossonera.

    E’ vero che a parole, almeno, un pareggio sarebbe il risultato ideale per unire il loro passato milanista all’attuale presente monzese, ma in realtà se Berlusconi e Galliani tornassero a casa con i tre punti sarebbero molto più contenti e non avrebbero alcun rimorso perché il presente vale sempre più del passato, anche se quello del loro Milan rimarrà unico per i tifosi.

    Nessuno, infatti, ha vinto più titoli di Berlusconi e Galliani: ventinove in trentuno anni di gestione del club rossonero, dal primo scudetto del 1988 all’ultima Supercoppa italiana, contro la Juventus tra l’altro, nel 2016. Un record di successi, ma anche un record di entusiasmo che ha contagiato i tifosi sparsi in tutto il mondo, per le imprese dei grandi capitani Baresi e Maldini, di altri campioni italiani come Ancelotti, Donadoni, o stranieri come Gullit, Van Basten, Papin, Savicevic, Weah, Boban e Shevchenko.

    Eravamo presenti a Milanello quel primo marzo 1986 quando Berlusconi, sceso dall’elicottero, stupì tutti nella famosa “sala del caminetto” annunciando l’acquisto di Bonetti dalla Roma e promettendo di costruire una squadra capace di vincere in Italia, in Europa e nel mondo. Qualche giocatore, incredulo, faticava a trattenere un sorrisino e invece tutto quello che aveva promesso Berlusconi si è realizzato, grazie anche al grande lavoro di Galliani, fedele e tenace tessitore della tela presidenziale, con l’aiuto del direttore sportivo Ariedo Braida.

    Quanto sia stato importante Berlusconi per il Milan lo hanno capito, in ritardo, anche quei tifosi che lo avevano giudicato soltanto per gli ultimi anni con meno successi. E soprattutto lo hanno capito adesso, scoprendo la crescita del Monza. Dalla serie C alla serie A il salto in alto è stato persino più rapido di quello compiuto dal suo Milan, che non vinceva uno scudetto da nove anni e una coppa dei Campioni da venti. Per questo ha ragione il brianzolo Galliani quando dice che è stato più difficile portare per la prima volta il Monza in serie A che rivincere ciò che il Milan aveva già vinto. Per questo è stato sbagliato fare sorrisini quando Galliani ha detto che l’obiettivo del Monza era il decimo posto. Ricordare, per credere, l’ultima impresa di ieri sera a Udine in coppa Italia, dove il Monza ha vinto 3-2 in rimonta guadagnandosi gli ottavi di finale contro la Juventus. E soprattutto osservare la classifica del campionato perché, grazie alla cura Palladino subentrato a Stroppa, Pessina e compagni ora hanno cinque punti più del Verona terz’ultimo e soltanto uno meno di Empoli e Torino che si dividono il decimo. La salvezza, quindi, sembra il traguardo minimo. “Minimo”, però, è un termine che non è mai piaciuto a Berlusconi e Galliani, abituati a puntare sempre al massimo. E quindi, niente sorrisini quando parlano del Monza. Soprattutto adesso che si presentano per la prima volta a San Siro per sfidare il loro passato con l’entusiasmo del presente.

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