Milan, manca una sola risposta alle 7 domande di CM. Elliott e Maldini: quando firmate, risparmiateci i sorrisi
1. Perché Paolo Maldini e il resto del management non hanno ancora firmato il rinnovo del contratto in scadenza fra 1 giorno? Non c’è risposta, solo ipotesi. Che svilupperemo oltre.
2. Gli è stata fatta una proposta formale o tutto è fermo all’incontro di 3 ore fra Maldini e Gerry Cardinale?
Sì, la proposta è stata fatta. Prima telefonicamente, poi in modo formale: Maldini ha la bozza dell’accordo in mano
3. Chi deve proporre il rinnovo a Maldini & C: l’attuale CEO Gazidis, che rappresenta Elliott, o Gerry Cardinale, proprietario di RedBird?
La proposta formale è arrivata attraverso Elliott, in accordo con Cardinale: è stato lui ad anticipare telefonicamente a Maldini i contenuti della bozza.
4. Quanti saranno gli uomini di Elliott nel prossimo CdA del Milan: 5 come ha scritto l’Equipe o 2 come ha saputo Calcio e Finanza da “fonti informate sulla vicenda”?
Il presidente Scaroni ha detto a Radio Rai «che Elliott sarà presente nel prossimo CdA con almeno 2 membri», dando l’impressione di non considerarsi “uomo Elliott” e dove l’avverbio “almeno” può significare anche più di 2.
5. È vero che Giorgio Furlani, attuale portfolio manager di Elliott, è il candidato principale a sostituire Ivan Gazidis nel ruolo di amministratore delegato del Milan? Non ci sono risposte, resta per noi l’ipotesi più credibile.
6. È vero che Paolo Scaroni, attuale presidente del Milan, sarà riconfermato nel ruolo anche dalla nuova proprietà?
L’ha confermato lui stesso in quell’intervista a GR Parlamento.
7. Esiste un budget per rinforzare la squadra e puntare a rivincere il campionato e a fare bella figura in Champions League?
Con la conferma di Maldini, è la cosa che più sta a cuore ai tifosi. Ci risulta che il Milan possa spendere 45 milioni. Nel frattempo ha perso Botman e (quasi) Renato Sanches. L’Uefa può dare un alibi alla proprietà, vedremo qui sotto perché.
Ripartiamo proprio da qui, dal budget e dal mercato, dove il Milan è tremendamente fermo, se non in ritardo rispetto alla concorrenza (Inter su tutte). Manca un mese e mezzo per l’avvio del campionato e il tempo per recuperare c’è ancora. Nei prossimi giorni, l’Uefa renderà pubblico il settlement agreement che riguarda una trentina di club europei (4 italiani: Milan, Inter, Juventus e Roma) e non dovrebbero esserci sanzioni pesanti per nessuno. I conti del Milan sono in deciso miglioramento (si ipotizza un meno 40/50 milioni nel bilancio che chiude domani) e così i ricavi in costante crescita (di queste ore l’annuncio del nuovo accordo con lo sponsor tecnico, che garantisce 30 milioni a stagione, più del doppio rispetto sia al contratto precedente sia a quanto incassato per esempio dall’Inter). L’Uefa però raccomanderà ai club, nel settlement agreement, di tenere i conti sotto controllo: un assist per la proprietà del Milan, che a fronte dell’eventuale mancato rafforzamento invocato anche da Maldini nell’unica intervista rilasciata dopo lo scudetto, potrà sempre farsi scudo di quanto preteso da Nyon.
Ma Maldini rinnova o non rinnova? Il povero Origi è tornato in vacanza senza la rituale foto della firma del contratto e qualcuno cui stringere la mano, perché quel qualcuno – anche se in sede – non era disponibile alla foto, avendo il contratto in scadenza. Arrivati al 29 giugno, anche quelli che per settimane hanno creduto a Casa Milan come al Mulino Bianco, hanno dovuto arrendersi all’evidenza: Maldini e la proprietà erano in disaccordo su tutto:
1) durata dell’accordo ed entità dell’ingaggio (Maldini ha mal digerito l’opzione sul terzo anno, con semplice ritocco all’attuale compenso); 2) poteri decisionali (Maldini vorrebbe avere a fianco un Ceo che si occupa di conti e non di calcio);
3) strategia di mercato: Maldini voleva un difensore forte, Elliott un 10 importante (per questo ha contatto Dybala, scavalcando il management tecnico);
4) futuro assetto societario (sapere se Gazidis non resterà oltre il mese di novembre, è motivo di soddisfazione per Maldini; che però vorrebbe sapere chi lo sostituirà).
Se e quando annunceranno il rinnovo di Maldini (e Massara) ci sarà da capire se Paolo ha fatto un passo indietro su tutto o se su qualcosa è riuscito a spuntarla. Questione di ore (ma per favore: risparmiateci la foto con la stretta di mano e mille sorrisi; meglio un comunicato di poche righe).
@GianniVisnadi