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    Milan, Maldini: 'Terza vita da dirigente, che esempio Baresi'

    Milan, Maldini: 'Terza vita da dirigente, che esempio Baresi'

    Paolo Maldini si racconta tra passato e presente. Il direttore dell'area tecnica del Milan ha dichiarato in un podcast di M2O: "Quando giocavo io non c'erano i social, c'erano meno fotografi e meno gente curiosa, quindi c'era molta più libertà e si poteva vivere in maniera più normale. A 20 anni ti devi anche divertire, io ho avuto la voglia e la forza di uscire. Uscivo, ma sono sempre stato astemio, non ho mai fumato e non mi sono mai drogato. La persona più preoccupata era mio papà Cesare, aveva una mentalità anni '60 quando per uscire dal ritiro dovevi scappare. Io ho conosciuto il mio fisico strada facendo e ho imparato a gestirmi, anche sbagliando. Dico: prova, sbaglia, ma impara. Dovrebbe farlo ogni papà con i propri figli".

    "Un esempio? Quando vedevo giocare Franco Baresi era il massimo, anche in allenamento piuttosto di prendere gol moriva. Parlava poco, ma faceva molti fatti". 
    "Mi ha fatto piacere avere dei figli calciatori, ma poi molto fastidio: la pressione del papà calciatore, gli occhi puntati tra i 10 e i 12 anni quando sei ancora un bambino. Tutta questa attenzione ha dato fastidio a me e soprattutto a loro, la strada è stata difficile per farsi valere". 

    "Quando mi sono ritirato dal calcio giocato a 41 anni mi è mancata un po' di adrenalina. I primi tre mesi, con il derby all'inizio e dopo il Barcellona... Ma poi me ne sono fatto una ragione e ho vissuto una seconda vita, facendo delle cose banali che prima non facevo come prendere il caffè con gli amici. Sono stato negli Stati Uniti e volevo aprire un hotel, ma poi ho cambiato progetto. Mi sono goduto figli, moglie e amici che avevo trascurato. Invece questa da dirigente è una terza vita, tra ufficio e Milanello. Sto in panchina e guardi l'allenamento, parlo con l'allenatore e i calciatori". 

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