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Milan, Maldini attacca Rangnick e si tira fuori: ma sarebbe andato via lo stesso
VERSO L'ADDIO - La nota concessa all'Ansa ha tutti i connotati della resa per Paolo Maldini. L'attuale direttore tecnico del Diavolo non può e non vuole convivere con Ralf Rangnick, il candidato numero uno alla panchina rossonera. E' un passo deciso verso l'addio, già prima del tanto atteso incontro con Ivan Gazidis. Se le chance erano poche, ora sono ridotte al lumicino, quasi nulle. Ma procediamo con ordine: a Maldini la proprietà ha sempre imputato il disastro Giampaolo, sua scelta ben precisa e forte nonostante le alternative. Non sono state gradite alcune esternazioni a mezzo stampa, né la scarsa propensione ad assumersi le responsabilità nei momenti più critici dell'ultima stagione. L'idea era quella di proporre un ridimensionamento del ruolo, con l'avanzata decisa sul mercato di Geoffrey Monacada e Hendrik Alstadt. Sarebbe stato il Milan, dunque, a dettare le condizioni e non il contrario. Maldini, quando afferma che Rangnick "parlando di un ruolo con pieni poteri gestionali sia dell’area sportiva che di quella tecnica, invade delle zone nelle quali lavorano dei professionisti con regolare contratto", sembra in realtà voler girare l'obiettivo proprio sul suo amministratore delegato, lanciando un messaggio inequivocabile. Adesso non resta che attendere la modalità con la quale si consumerà la separazione, se con dimissioni (ipotesi molto difficile) o con un accordo di divorzio.