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Milan, Maldini: 'A Istanbul abbiamo dominato per il 90% della partita. Ad Atene è finita la mia carriera'
SU ATENE - "Giocare la finale di Atene è stato un azzardo perché il ginocchio non era messo bene, ma sapevo che sarebbe stata l'ultima occasione di vincere una Champions e ho fatto di tutto per esserci. Dopo due giorni di festeggiamenti sono andato a operarmi in Belgio e dopo l'anestesia, ogni volta che mi risvegliavo, cercavo di ricordarmi se avessimo vinto o perso quella partita. La vedo proprio come la fine della mia carriera, perché gli anni successivi sono stati intensi ma non belli come quei due anni lì. Nella cavalcata del 2007 c'è tanto di Ancelotti, è sempre stato bravo a far trasparire poco le preoccupazioni e tanto le sensazioni positive, anche se avevamo fatto fatica a qualificarci nel girone e in stagione stavamo giocando male. Nel ritiro invernale di Malta ci eravamo messi in testa di provare ad andare a vincere, a marzo abbiamo visto che le gambe giravano e la testa c'era: abbiamo messo tanti valori in campo, nei momenti decisivi Seedorf c'era, in quelli difficili Inzaghi segnava, Pirlo non perdeva mai la calma, io invece ero quello che da gennaio in poi rompeva di più le scatole buttando lì l'idea che potessimo farcela e l'autoconvincimento, a volte, funziona".
MENTALITÀ MILAN - "Il Milan è sempre stata una squadra di alti e di bassi, siamo andati in Serie B ma abbiamo toccato dei vertici che le altre squadre non hanno mai toccato. Io preferisco questa mentalità qui, dove si può sbagliare veramente tutto, sfiorare il fondo per poi rimbalzare più in alto possibile".
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