Milan, ma è davvero un'impresa?
Pareggiare 2-2 al Camp Nou è sicuramente un bel risultato. Quasi una sorpresa, anche per il Milan campione d'Italia. Ma i toni usati nel post-partita da addetti ai lavori e tifosi sembrano fin troppo entusiastici. Fanno bene i fan rossoneri a brindare per un punticino insperato, ma quando compare la parola "impresa", forse si sta andando oltre. Soprattutto se si tiene conto dell'andamento della gara e del nome del Milan. Non proprio l'Albinoleffe, con tutto il rispetto.
Il Barça è la squadra più forte del mondo. Innegabile. Ma ieri è sembrato tutt'altro che trascendentale nella fase difensiva. Tanto che un Milan più coraggioso e in palla nei primi 20 minuti avrebbe potuto anche creare qualche maggior grattacapo ai blaugrana. Il gol in avvio è una sintesi dei problemi evidenziati dalla squadra di Guardiola. Retroguardia altissima, mal posizionata e spinta fin troppo alla ricerca della palla. Risultato? Al bravo Pato è bastato lanciare la palla oltre la linea difensiva per uccellare gli avversari a 50 metri dalla porta e filare indisturbato dalle parti di Valdes. Roba che manco contro lo Zeman più spregiudicato. E poco dopo su di un bello spunto di Thiago Silva, il Papero ha sbagliato il controllo, altrimenti sarebbe volato ancora a rete solo soletto. Non c'era Pique e questo può essere un alibi. Ma non basta a spiegare la leggerezza catalana. L'infortunio di Boateng ha tolto al Milan la capacità di ripartire, costringendo i rossoneri a una barricata di 70 minuti. Uno spot all'eroicità del calcio o la fine dello sport più bello del mondo? A voi la sentenza.
Un aspetto poi che in Italia non viene considerato è la storia recente del Barça. Una squadra che tra settembre e ottobre non è nuova a pause quasi imbarazzanti. Stagione 2008-2009, la prima di Guardiola in panchina, dove vincerà praticamente tutto. Nelle prime due giornate di campionato il Barcellona dei fenomeni collezionò due prestazioni incredibilmente sottotono: sconfitta (1-0) a Numancia, pari (1-1) interno al Camp Nou con il Racing Santander. Un punto e un gol dopo 180 minuti e critiche aspre a Pep. Poi sappiamo come è finita.
Anche nel 2009-10 le cose non furono subito stellari. Il Barça in Champions pareggiò con l'Inter a San Siro, poi vinse con qualche patema in casa con la Dinamo Kyev e a ottobre venne battuto al Camp Nou per 2-1 dal Rubin Kazan. E pure l'anno scorso non furono subito goleade e vittorie in scioltezza. Al modesto Hercules di Trezeguet, poi retrocesso con giornate e giornate di anticipo, riuscì l'impresa (questa sì) di sbancare il mitico stadio blaugrana con un secco 2-0. E che dire della fatica con la quale il Barça sconfisse ai supplementari lo Shakthar Donetsk in Supercoppa europea, non senza un pizzico di fortuna?
Insomma, fermare il Barcellona è un grande risultato, che a volte riesce anche a piccole squadre, specialmente a inizio stagione. La vera impresa sarebbe un'altra: mettere sotto gli uomini di Guardiola dal punto di vista del gioco. Cosa che è riuscita solo a tratti ad alcuni. Ultimo il Real Madrid di Mourinho nel primo tempo dell'andata di Supercoppa, dove però il Barça era molto rimaneggiato. Resta invece difficile immaginare un Milan oggi in grado di farlo. Anche se a San Siro si presenterà una bella opportunità. Con tanto di primo posto nel girone in ballo...