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    Milan, l'esame più importante è per Leao: si trasformerà in leader, continuo e trascinatore?

    Milan, l'esame più importante è per Leao: si trasformerà in leader, continuo e trascinatore?

    • Alberto Cerruti
    I nuovi acquisti sono automaticamente “colpi” per qualsiasi squadra e più ne arrivano più cresce l’entusiasmo dei tifosi. E’ sempre stato così, anche se poi il cosiddetto “scudetto del mercato” spesso non è seguito dallo scudetto vero che si assegna nella primavera successiva.

    E’ successo all’Inter di Moratti che si illuse di vincere quando prese il “vero Ronaldo”, mentre per rimanere al Milan è successo ai tempi della coppia Fassone-Mirabelli e a quelli di un anno fa quando Maldini e Massara presentarono il promettente De Ketelaere, insieme con il suo connazionale Origi. Rovesciando il discorso, il Milan due stagioni fa e il Napoli nell’ultima hanno festeggiato uno scudetto inatteso nell’estate precedente quando la campagna acquisti non aveva esaltato i tifosi.

    L’entusiasmo che ha accompagnato tutte le operazioni in entrata degli attivissimi Furlani e Moncada è più che legittimo, quindi, anche se poi soltanto il campo darà un giudizio definitivo. In attesa di sapere quali, e soprattutto quanti, tra i nuovi acquisti si riveleranno rinforzi importanti per il nuovo Milan, Pioli sa già di poter contare su una certezza che ha un nome, un cognome e un numero: Rafael Leao, con il 10.

    Gli interrogativi che nel 2019 circondarono il suo arrivo ormai si sono infatti trasformati in altrettanti punti fermi, perché la sua crescita è testimoniata dai numeri che in certi casi non ingannano, come quelli sul possesso-palla. Ricordare, per credere, l’aumento parallelo delle sue presenze e dei suoi gol in campionato: 25-3 nel 2019-2020; 30-6 nel 2020-2021; 34-11 nel 2021-2022; 35-15 nell’ultimo in cui è stato anche il capocannoniere della squadra.

    Uno scudetto e una semifinale di Champions sono già risultati importanti, ma Leao vuole di più e non a caso ha scelto di indossare la maglia numero 10, lasciata suo malgrado da Brahim Diaz. Una decisione tutt’altro che scontata, sia perché Leao rimane un esterno, sia soprattutto perché il numero 10 per la storia del Milan è stato il simbolo di grandi campioni, da Gianni Rivera a Ruud Gullit, due Palloni d’oro che hanno vinto tutto in Italia, in Europa e nel mondo. Un segno di personalità che nel suo caso deve fare rima con continuità, perché questo è l’unico limite di Leao, devastante quando accende il suo turbo ma non sempre continuo appunto. Questione di testa, più che di gambe, perché Leao ha già dimostrato di poter essere la guida per i nuovi acquisti, aiutandoli in campo e fuori a capire il pianeta Milan.

    Giroud ha già sperimentato e sfruttato i suoi assist e adesso toccherà alla sua prima alternativa Okafor, l’attaccante che mancava, dopo l’addio di Ibrahimovic, per aggiungere il necessario arrosto a una campagna acquisti fino alla settimana scorsa ricca di centrocampisti ma senza un centravanti di scorta. Il tempo dirà se davvero lo svizzero potrà essere l’indispensabile vice-Giroud, oppure se sarà più portato a svariare sulla fascia giocando come eventuale seconda punta. Nessun dubbio, invece, sulle qualità dell’ultimo acquisto, il nigeriano Samuel Chukwueze, 24 anni come Leao, ma soprattutto una freccia sulla fascia come il portoghese, un “missile” come è stato definito in Spagna, dove ha brillato nel Villarreal. Non a caso è stato lui l’acquisto più costoso di tutti, pagato venti milioni più bonus, il rinforzo sulla destra che promette di dare spettacolo, consentendo al Milan di non pendere soltanto a sinistra. E se davvero sarà così, Pioli avrà un doppio vantaggio perché tutte le attenzioni dei difensori avversari non saranno rivolte soltanto a Leao, mentre lui potrà dimostrare di essere il leader della squadra con la sua nuova maglia numero 10, più che mai simbolo di un nuovo Milan più forte e più affamato.

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