Leonardo: 'Paquetà pronto per la Juve. No altri investimenti importanti, il FFP ci blocca. Higuain resta, si dia da fare'
SUL PERCHE' HA PUNTATO SU DI LUI - "Il presidente è stato carino a fare riferimento ai brasiliani che già ho portato al Milan. Non c'è da scoprire, lui ha qualità sia umane che tecniche. E ha margini di crescita importanti, nonostante abbia già giocato ad alti livelli in Brasile".
SUL PROGETTO ATTORNO A PAQUETA' - "Il progetto è ampio, immagino che il suo sbarco a Milano abbia creato aspettative e la brillante storia del Milan con i giocatori brasiliani abbia sicuramente influito. Porterà al Milan un modo di pensare il calcio molto offensivo. Non voglio paragonarlo a Kakà, non deve fare quello che ha fatto Ricardo. Siamo in una situazione molto diversa, allora il Milan vinceva molto mentre ora la situazione è differente. La squadra è in costruzione e sta vivendo cambiamenti importanti, strutturali. La valutazione si basa su tutti questi aspetti, non su quello che deve fare in relazione a quello che ha fatto Kakà. Noi vogliamo far rendere tutti i giocatori nel modo migliore possibile".
SULLA SUPERCOPPA - "Lui è a disposizione totalmente, è arrivato già a dicembre ed è a disposizione. E' pronto, è arrivato a dicembre proprio per preparare al meglio l'ambientamento".
SULL'INVESTIMENTO DI 35 MILIONI - "Non crediamo sia un investimento rischioso. E' stata una spesa importante, quello si. Sappiamo dei paletti che abbiamo ma l'investimento è stato importante. E' un giocatore giovane che ha già dimostrato il suo valore e adesso dovrà farlo anche al Milan. Noi vogliamo una squadra offensiva, propositiva. Certo, ci sono momenti e momenti e quello attuale è un momento di ricostruzione. E noi vogliamo acquistare giocatori offensivi a prescindere dalla nazionalità. Non ho preso Paquetà perché io sono brasiliano, ma perché vogliamo calciatori in grado di scendere in campo in un determinato modo".
SULLE RESONSABILITA' DELL'ACQUISTO - "Sono abbastanza grande per riuscire a reggere le pressioni, non le sento. E' una sfida importante per me ma per tutti. Mi sento molto tranquillo. I soldi non sono miei, chi paga deve dire sì, questa è una condivisione di scelte. Solo così può essere positivo un investimento. La mia responsabilità me la assumo senza problemi".
SUI BRASILIANI - "Il dna del Milan è così da tanti anni, il Milan nasce col gioco tecnico, non per i brasiliani. Lo abbiamo dentro di noi. A prescindere dagli interpreti vogliamo un Milan offensivo. Ora siamo in un momento di costruzione e non si può essere sempre propositivi. L'interpretazione brasiliana piace al Milan, va a seguire questa linea. E' veramente propositivo in fase di possesso, è molto importante per il tipo di gioco che vogliamo".
SULL'INSERIMENTO - "Non crediamo ci sia un rischio, abbiamo fiducia nei nostri studi e nel rapporto che si è creato. E' un investimento importante, lui fa parte di un mercato abbastanza importante. Sappiamo di tutti i paletti legati al FFP, lui è un giocatore giovane, ha già dimostrato il suo valore, ora è il momento di dimostrarlo anche al Milan".
SULLA CONCORRENZA - "E' nato un amore forte. Thiago Silva, Kakà e Pato giocavano già ad un certo livello. Anche Paquetà è molto importante, ha già fatto due presenze in Nazionale, non è da scoprire. Bisogna abbinare le sue caratteristiche ad un progetto da mettere in piedi. Ha qualità umane e come giocatore, ha un margine di crescita importante. E' ad un punto iniziale".
SU ALTRI ARRIVI - "Non parlo di altre cose che non siano Paquetà, Scaroni me l'ha vietato. Fino all'inizio di settimana prossima comunque non si muoverà nulla".
SULLA CONOSCENZA DEL GIOCATORE - "La sua famiglia è stata molto importante. Per fare una squadra bisogna conoscere molto bene la persona. Sono nato a Rio, sono nato nel Flamengo, ho informatori in quella squadra. Ho seguito il calcio anche quando non ero al Milan. Bisogna conoscere un giocatore, vedere le reazioni dopo vittorie e sconfitte, le reazioni con i compagni. Con lui abbiamo avuto tempo di vedere tutto questo".
SUL PARAGONE CON L'ACQUISTO DI KAKA' - "Non è mai facile. Questo periodo è iniziale per tutti, è diverso da una proprietà che nel 2003 era qua da 27 anni. Era un momento diverso del calcio. Ora si parla più di FFP di tutto il resto. Ora ci sono tramiti più complicati. Questo fortunatamente è stato un lampo, eravamo molto felici. Bisogna cogliere l'attimo. Quel Milan aveva vinto la Champions League, era una situazione molto diversa, ma il Milan non ha mai perso il suo appeal. Ci sono squadre che possono vincere qualsiasi cosa ma non saranno mai come il Milan. Dobbiamo trovare il livello tecnico di cui siamo abituati, non ci saranno altri investimenti così importanti, dovrete avere pazienza, l'appeal è legato anche a tutto questo. Il Milan non ha mai perso il suo fascino, è incredibile e si mantiene vivo"
Ecco le altre parole del dirigente brasiliano fuori dalla conferenza, quando si è intrattenuto con i giornalisti:
SU HIGUAIN - "Higuaín ha vissuto un momento un po' cosi, che deve finire, ora deve pedalare. È inutile che sta dietro alle voci. Ora sta qui. Visto che stai qui, fai. Il gol cambia, ma ora deve continuare e prendersi responsabilità."
SUL MERCATO - "I giocatori se non arrivano infortunati sono pronti. Uno può non stare giocando ma è in attività. Bisogna capire cosa possiamo fare, più che altro questo. Il tempo passa, ma nel frattempo si perdono occasioni. L'incontro di venerdì è importante ma è difficile che ci daranno indicazioni. La formula prestito con diritto? Sì ma non è detto che tutti accettino. Avremmo le cose pronte ma il tempo passa.
SU MONTOLIVO - "Vediamo"
SU BORINI IN CINA E SU HALILOVIC - "Non abbiamo ricevuto niente di ufficiale e nemmeno per Halilovic c'è ancora qualcosa di intavolato. Siamo in 30, qualcuno deve uscire".