Milan: Leao dirà addio, ma non aspettiamoci offerte e un sostituto alla sua altezza
L’unico da confermare senza dubbio alcuno con il rinnovo del contratto è Giroud, che però purtroppo a settembre di anni ne compirà 37. Gli altri componenti del reparto sono tutti in dubbio. Per quanto riguarda Ibra, che tanto per non farsi mancare nulla, ha deciso che, a 41 anni suonati e con un anno di calvario incluso un intervento al ginocchio, era il caso di rispondere anche alla convocazione in nazionale, crediamo che sia giunto il momento di non considerarlo più parte integrante della rosa. Questo non significa che non sia opportuno rinnovargli di nuovo il contratto, ma considerarlo esclusivamente un “plus” e costruire il reparto d’attacco indipendentemente da lui. Prestazioni come quella di Udine dovrebbero indurre anche Pioli a utilizzarlo al meglio per quanto possa dare ancora alla squadra e il modo migliore non è certo schierarlo dal primo minuto.
Rebic non ha l’età di Ibra ma la sua inaffidabilità fisica e i cronici up&down nel rendimento suggeriscono anche per lui che non sia il caso di insistere pensando a un futuro da titolare nel Milan. Per Origi la scelta è obbligata considerato il peso e la durata residua del contratto: quindi bisogna per forza riprovarci l’anno prossimo augurandosi che il flop di questa stagione sia stato solo figlio dell’ambientamento. Anche se più che un augurio pare una mera illusione. Lo stesso discorso vale per De Ketelaere anche se a differenza del connazionale lascia spazio a qualche speranza in più se non altro per la giovane età (e per lo stipendio più basso). Brahim Diaz tornerà di certo a Madrid, non tanto perché il Real insista per inserirlo in rosa dove sarebbe la riserva delle riserve, ma perché il Milan non intende assumersi gli ingenti costi del riscatto. Probabile che il club merengue lo piazzi a sua volta in prestito altrove.
Veniamo infine al vero nodo del mercato rossonero, soprattutto in attacco. Il tempo per cercare e trovare un accordo di prolungamento con il Milan è ormai abbondantemente scaduto e quando le due (o forse tre) parti lanciano messaggi distensivi della serie “siamo fiduciosi sul trovare un accordo” bluffano chiaramente. L’unica possibilità che ha il Milan di non ripetere con Leao il danno patrimoniale già patito con Donnarumma, Calhanoglu e Kessiè persi a zero, è quella di cederlo a giugno/luglio. L’unica possibilità che ha Maldini di non far arrivare il portoghese allo svincolo e di monetizzare dalla sua cessione è quella di affidarsi alle strategie di Jorge Mendes, che alla fine è il vero agente di Leao. Probabilmente, dopo essersi scottato con i già citati casi degli anni scorsi, stavolta il Milan scenderà a compromessi con la Gestifute e lascerà che l’agenzia portoghese porti a Casa Milan la miglior offerta possibile, sia per le casse del club rossonero sia per quelle del giocatore e del suo entourage. In Premier le possibilità non mancano, considerando anche che Leao quest’anno si sta mettendo in mostra sia in Nazionale sia in Champions League. Difficilissimo ipotizzare adesso la cifra e soprattutto quanto di questo indennizzo per il cartellino a un solo anno dalla scadenza finirà davvero nelle casse del Milan.
A occhio facciamo fatica a pensare che, netta al Milan, possa arrivare una cifra superiore ai 60/70 milioni. Ma di certo, questa cifra il Milan non la destinerà totalmente all’acquisto di un altro attaccante. Siamo più propensi a pensare a un’operazione intermedia tipo Morata o a una di rilancio tipo Zaniolo. Di sicuro, purtroppo, a nostro giudizio, almeno in partenza entrambe le soluzioni sono chiaramente inferiori a Rafael Leao.