Milan, le due facce di Allegri
Protagonista, nel bene e nel male. Il Milan visto ieri sera contro la Juventus è stato in tutti i suoi aspetti una creatura di Massimiliano Allegri, le cui scelte hanno caratterizzato e condizionato l'intero match. Anche senza giocatori-chiave come Boateng, Ibrahimovic e Cassano, il tecnico livornese ha messo in campo una squadra che ha giocato un'ora di calcio magnifico, di grande intensità e di cattiveria agonistica. In 26 partite di campionato mai si era visto un Milan così aggressivo, così in palla fisicamente, così come mai la Juve era stata così in difficoltà in tutta la stagione.
Allegri ha stravinto la prima parte del match dal punto di vista tattico, con il movimento di Robinho ed Emanuelson ad allargare la difesa bianconera e gli inserimenti centrali di Muntari e Nocerino, ma ha perso la seconda parte di gara, nel quale un Milan stanco e poco lucido non ha saputo reagire al ritorno della Juventus. I pericoli bianconeri sono arrivati prevalentemente dagli esterni, con Chiellini e soprattutto Pepe, dal quale è arrivato il cross decisivo per il gol di Matri, ma Allegri non ha cambiato in corsa il modulo di gioco. Avrebbe potuto rinforzare le fasce, passando ad un 4-4-2, ha preferito dare contnuità al 4-3-1-2 lasciando stanchissimo uno Muntari dietro le punte. Il Milan non ha più tenuto su un pallone, la Juve ha sfondato dove Conte si aspettava. Trovando un gol che potrebbe essere preziosissimo per la lotta scudetto.