AC Milan via Getty Images
Milan: le colpe di Pioli e gli errori di Maldini, ma alla proprietà va bene così
Riassumendo per grandi gruppi, l’umore dei tifosi si può dividere in ordine decrescente fra chi accusa la proprietà di non avere rafforzato abbastanza la squadra, chi contesta Pioli per chi fa giocare e per come fa giocare la squadra e chi attribuisce le colpe a Maldini (e Massara), per avere scelto i giocatori sbagliati. Quelli che meno vengono messi in discussione sono proprio i calciatori, al contrario di ciò che solitamente avviene. È come se si capisse che più di tanto non possono dare (del resto si sa che dalle rape non si estrae il sangue, nonostante siano rosse). Infine ci sono quelli, tornando alla divisione in grandi gruppi, per cui tutto va bene, la colpa è degli infortuni e del Mondiale e magari anche un po’ del meteo.
Va detta una cosa, la società è sempre stata chiara: prima i conti, poi il campo. Lo scudetto è arrivato prima del previsto, anche su assist altrui, ma il presidente Scaroni, un anno fa, in pieno testa a testa con Inter e Napoli, era stato sincero: il nostro traguardo è il quarto posto, la qualificazione Champions. Il titolo ha fatto cambiare gli slogan, ma non i programmi, altrimenti la scorsa estate, Maldini avrebbe fatto un mercato differente, puntando su giocatori pronti, rinforzi veri per la squadra campione d’Italia, e non investimenti che devono garantire la sostenibilità del club (i rinnovi di tutti i contratti, obbligano peraltro ad aumentare i fatturati). L’abbiamo già detto tante volte: forse CDK fra 2 anni si dimostrerà più bravo di Tonali, e il Milan farà un altro affare, ma oggi sarebbe stato più utile Dybala.
Pochi giorni dopo lo scudetto, Maldini diceva che con 3 grandi acquisti il Milan avrebbe proseguito la scalata verso il vertice europeo. Quindi è il primo oggi a non stupirsi se la squadra è meno forte di un anno fa, perché sa benissimo di non avere fatto non solo 3 grandi acquisti, ma di non avere nemmeno sostituito chi non c’è più. Chi al posto di Romagnoli? Chi al posto di Kessié? Ha puntato forte su De Ketelaere, pochi mesi dopo avere scaricato Enzo Fernandez. Ha creduto in Origi, nonostante i numeri già preannunciassero il flop. Per ora i fatti non gli danno ragione, càpita. Sbagliare può capitare a tutti, non è un grande problema, almeno finché la proprietà non gliene farà una vera colpa.
Nella crescita esponenziale della squadra, in 2 anni i meriti di Pioli sono stati evidenti e ampiamente illustrati e riconosciuti da tutti. Ora però sembrano altrettanto chiare le sue responsabilità, e questo forse è il lato sul quale la situazione è più rapidamente rimediabile. Dalla gestione dei calciatori, al modulo. Perché la difesa a 3? Qual è lo scopo? Contro il Torino in Coppa Italia, poi? E nel finale con la Roma? Theo è probabilmente il più forte terzino sinistro di spinta al mondo. Nel Milan fa spesso il mediano. Perché? Con Leao forma un teorico binario con pochi eguali in Europa per forza fisica, fantasia e pericolosità, ma il gioco del Milan li porta spesso entrambi fuori dalla posizione preferita. Perché?
CDK ha giocato (male) fino al 1° ottobre. Poi è sparito, rispuntando titolare in Coppa Italia, dopo 3 mesi. Se è un investimento, perché al suo posto gioca Diaz, che a fine stagione deve tornare al Madrid? Qual è poi il suo vero ruolo? Chi lo seguiva in Belgio, è convinto che non sia il trequartista che Pioli crede. E che dire di Adli? Una partita da titolare a Verona e poi più nulla, nemmeno un minuto, Coppa Italia compresa. Possibile che sia tanto scarso? E Thiaw? Ha giocato le prime 3 partite della stagione da titolare in Bundesliga (nella squadra ultima in classifica, in verità), nel Milan che ha avuto mille infortunati, appena 2 in 4 mesi. Se non vale almeno Gabbia (che lo scorso anno era il quinto difensore; ora è il terzo) per quale motivo è stato preso? Già cominciando a rispondere a queste domande, il Milan potrebbe risolvere un po’ di suoi guai attuali.
@GianniVisnadi