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    Milan: la priorità è l'attaccante, non il centrocampista: se sono davvero Maldini e Massara a scegliere...

    Milan: la priorità è l'attaccante, non il centrocampista: se sono davvero Maldini e Massara a scegliere...

    • Alberto Cerruti
      Alberto Cerruti
    Il primo acquisto è il giapponese Daichi Kamada, prelevato a parametro zero dall’Eintracht Francoforte. Poi dovrebbe arrivare l’inglese Ruben Loftus-Cheek dal Chelsea, con la speranza di uno sconto sui venticinque milioni chiesti dal club londinese. Due buoni giocatori per sostituire subito l’infortunato Bennacer nel centrocampo del Milan, in attesa del ritorno del prezioso algerino. I rinforzi chiesti da Pioli per competere su due fronti, in Italia e in Europa, non possono ovviamente fermarsi qui e infatti nel toto-mercato del Milan sono già apparsi altri nomi, da Asensio a Berardi per la fascia destra, da Frattesi a Milinkovic-Savic per irrobustire ulteriormente il centrocampo, da Arnautovic a Openda per l’attacco. Il tempo dirà se, e soprattutto quanto, la prossima campagna acquisti rinforzerà veramente la squadra perché soltanto il campo, come si è visto quest’anno, sarà l’unico giudice attendibile, al di là delle promesse e delle speranze estive.

    Proprio ricordando gli errori di un anno fa, che considerammo tali con il senno “di prima” e non con il più facile “del poi”, stavolta Maldini e Massara, ammesso che siano ancora loro a scegliere i nuovi giocatori, dovrebbero pensare in primo luogo a trovare un vero centravanti che non sia reduce da un lungo infortunio come Origi, che non sia una nuova scommessa come il diciottenne Lazetic, o per opposti motivi un giocatore al tramonto come il trentaquattrenne Arnautovic, che guarda caso il Bologna non vuole confermare.

    L’ultima stagione ha dimostrato che Ibrahimovic è un triste ex, Origi un investimento sbagliato e meno male che Giroud si è confermato uno straordinario professionista con il fisico ancora integro, a 36 anni, capace di segnare più dell’anno scorso in campionato. Pretendere, però che il francese si ripeta e giochi sempre è un grosso rischio, per cui sarebbe opportuno considerarlo un’alternativa per un altro attaccante, sia pure di lusso come in fondo doveva esserlo di Ibrahimovc, e non la prima opzione per la maglia di centravanti titolare. Le partite si vincono con i gol degli attaccanti che alla distanza fanno la differenza. Non a caso il Napoli, che ha segnato più di tutti in campionato, ha vinto lo scudetto grazie soprattutto al capocannoniere Osimhen, mentre l’Inter ha ottenuto quaranta gol dai suoi tre attaccanti, Lautaro (21), Lukaku (10) e Dzeko (9), più del doppio dei quindici segnati dai tre attaccanti del Milan, tra i 12 di Giroud, i 2 di Origi e l’unico, ininfluente tra l’altro, di Ibrahimovic. La conseguenza di tutto ciò è anche la differenza reti totale (oggi 28-19) a favore dell’Inter, che a parità di punti in classifica e negli scontri diretti determina il piazzamento finale.

    Ben vengano, quindi, i nuovi acquisti in tutti i reparti, ma la priorità deve essere la ricerca dei nuovi attaccanti, al plurale e non al singolare. Questa è la lezione dell’ultima stagione che deve servire per la prossima. Con l’invito a smentire il proverbio secondo il quale “sbagliare è umano e perseverare è diabolico”. E ogni riferimento ai diavoli del Milan non è affatto casuale.

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