Redazione Calciomercato
Milan, la notte più inquietante: perde gli ottavi di Champions e 15 milioni, a Conceiçao non basterà solo Gimenez
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Una serata inquietante, l'ennesima di una stagione in cui gli alti e i bassi continuano ad essere all'ordine del giorno. Ma il ko di Zagabria apre scenari tremendi soprattutto per il futuro prossimo nella Champions League – e pensare che Sergio Conceiçao aveva parlato del pass per gli ottavi come il secondo obiettivo di stagione dopo la Supercoppa Italiana – e assesta pure un “colpetto” comunque non indifferente dal punto di vista economico, visto che i rossoneri lasciano per strada circa 15 milioni di euro che avrebbero fatto comodo. La sconfitta contro la Dinamo di Fabio Cannavaro è un altro campionario di tutti i limiti – tecnici, tattici e mentali – di una squadra che non riesce a trovare un suo equilibrio. Che arriva nelle peggiori condizioni possibili al derby di domenica pomeriggio e che, ora più che mai, ha bisogno di un paio di ritocchi di sostanza negli ultimi giorni di mercato per salvare il salvabile.
IL MILAN CROLLA A ZAGABRIA, IL REPORT
In campionato la rincorsa al quarto posto diventa un imperativo categorico, perché il quinto slot per l'Italia nella Champions League della prossima stagione sarà tutto da conquistare e la prospettiva di un incrocio tra Milan e Juventus ai playoff e di un altro derby – d'Italia o di Milano poco importa – agli ottavi priverà la Serie A di giocarsi fino in fondo le proprie chance di migliorare il nostro ranking nel testa a testa coi club di Liga. Questi sono però ragionamenti che al momento interessano relativamente in casa rossonera che, pur in una situazione di palese emergenza sul lato destro della difesa (un disastroso Tomori utilizzato come terzino stanti le assenze di Emerson Royal, Jimenez, Calabria e l'impossibilità di schierare Walker) e col fiatone a centrocampo, deve prendere atto della sua palese inadeguatezza a guadagnare una mentalità ed una solidità da grande squadra. Nonostante il cambio di allenatore a metà stagione avesse fatto pensare in un primo momento ad una possibile svolta in positivo. La follia di Musah - che lascia in inferiorità numerica i suoi compagni sotto di un gol - o lo svarione di Gabbia sono le fotografie di un disastro.
Fonseca prima e Conceiçao poi hanno provato, con metodi chiaramente diversi, ad inventarsi il modo di risollevare quelli che dovrebbero essere i leader di questo gruppo. E invece, in momenti differenti, Maignan prima, Theo Hernandez e Rafa Leao poi non si sono dimostrati all'altezza del compito. La disastrosa serata di Zagabria ha confermato che, nel buio più totale, l'unica luce rimane un Pulisic in versione nettamente ridotta rispetto a quella di inizio campionato. Fofana e Reijnders sono spariti, eclissati da una stanchezza figlia dell'impossibilità di rifiatare, la difesa – comunque la componi – è la principale fonte dei problemi rossoneri e l'attuale reparto dei centravanti non è presentabile a certi livelli. L'acquisto di Santiago Gimenez diventa fondamentale, ma forse non basterà a salvare una stagione che ora, anche in Europa, prende una piega decisamente preoccupante.
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IL MILAN CROLLA A ZAGABRIA, IL REPORT
In campionato la rincorsa al quarto posto diventa un imperativo categorico, perché il quinto slot per l'Italia nella Champions League della prossima stagione sarà tutto da conquistare e la prospettiva di un incrocio tra Milan e Juventus ai playoff e di un altro derby – d'Italia o di Milano poco importa – agli ottavi priverà la Serie A di giocarsi fino in fondo le proprie chance di migliorare il nostro ranking nel testa a testa coi club di Liga. Questi sono però ragionamenti che al momento interessano relativamente in casa rossonera che, pur in una situazione di palese emergenza sul lato destro della difesa (un disastroso Tomori utilizzato come terzino stanti le assenze di Emerson Royal, Jimenez, Calabria e l'impossibilità di schierare Walker) e col fiatone a centrocampo, deve prendere atto della sua palese inadeguatezza a guadagnare una mentalità ed una solidità da grande squadra. Nonostante il cambio di allenatore a metà stagione avesse fatto pensare in un primo momento ad una possibile svolta in positivo. La follia di Musah - che lascia in inferiorità numerica i suoi compagni sotto di un gol - o lo svarione di Gabbia sono le fotografie di un disastro.
Fonseca prima e Conceiçao poi hanno provato, con metodi chiaramente diversi, ad inventarsi il modo di risollevare quelli che dovrebbero essere i leader di questo gruppo. E invece, in momenti differenti, Maignan prima, Theo Hernandez e Rafa Leao poi non si sono dimostrati all'altezza del compito. La disastrosa serata di Zagabria ha confermato che, nel buio più totale, l'unica luce rimane un Pulisic in versione nettamente ridotta rispetto a quella di inizio campionato. Fofana e Reijnders sono spariti, eclissati da una stanchezza figlia dell'impossibilità di rifiatare, la difesa – comunque la componi – è la principale fonte dei problemi rossoneri e l'attuale reparto dei centravanti non è presentabile a certi livelli. L'acquisto di Santiago Gimenez diventa fondamentale, ma forse non basterà a salvare una stagione che ora, anche in Europa, prende una piega decisamente preoccupante.
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A me dei 15 milioni persi me ne frega meno che di guardarmi 2 partitazze nell'europa che conta in...