Milan, la nota lieta è il risultato. L'Inter si pentirà di averci graziato, del resto si sentiva Campione d'Italia anche un anno fa...
Dopo i primi 10 minuti, onestamente, c’era la sensazione di rischiare la goleada. Il palo di Calhanoglu e il rigore concesso e poi tolto per il “tuffo” di Lautaro potevano realisticamente chiudere il discorso qualificazione dopo un solo tempo. E invece il Milan, dopo aver perso per infortunio anche Bennacer, è riuscito ad arrestare la sua discesa libera a un centimetro dal baratro.
Anzi, nel secondo tempo, i rossoneri hanno anche creato i presupposti per accorciare le distanze trascinati da un Tonali in versione “capitano”, salvati dal solito Maignan e ispirati da niente po’po’ di meno che Origi, unica nota sorprendentemente lieta in una serataccia da incubo.
E l’incubo più grande è proprio quello di provare tra 5 giorni quella sensazione che 20 anni fa i cugini avevano sperimentato due volte, cioè quella di vedersi buttar fuori dalla Champions League per mano del peggior avversario possibile. Un incubo che purtroppo si sta materializzando in maniera concreta nell’ambiente Milan.
Ci sta. Era il rischio di una semifinale inattesa, pesantissima ed equilibratissima. Che un po’ di equilibrio lo ha perso a causa del forfait di Leao. Dal punto di vista psicologico non poter schierare il miglior giocatore della rosa è già una bella botta. In più si aggiunge l’aspetto tattico. Con il portoghese a disposizione Pioli avrebbe potuto ripetere le due partite giocate contro il Napoli, con una squadra raccolta protezione della propria area e il contropiede pronto a scattare mortifero portato da Brahim, Theo e soprattutto Leao.
Non ce ne vogliano i primi due e nemmmeo il generoso Giroud, ma per giocare in questo modo solo Leao può essere decisivo nello sviluppo della manovra del Milan. Invece, senza Leao, che peraltro ha tenuto tutti col fiato sospeso fino all’ultimo, Pioli non è riuscito ad avere il tempo di preparare psicologicamente e tatticamente la squadra a giocare una partita diversa.
Il Milan è sceso in campo per attaccare in maniera organica, cosa che quest’anno non è nelle sue corde. In questo disagio iniziale, l’Inter ci è andata a nozze sfruttando il momento di grande forma e la maggior esperienza internazionale dei propri giocatori. Non è un caso che questo derby d’andata lo abbiano deciso un 37enne e 34enne. La sensazione palpabile era che il Milan non riuscisse a ritrovarsi in campo e nella testa.
E l’unica fortuna è che in questo contesto la squadra di Simone Inzaghi non sia riuscita a piazzare il colpo del definitivo KO. L’augurio è che tra 5 giorni i nerazzurri si debbano pentire di aver sprecato una così grande occasione per ipotecare già nella gara d’andata l’accesso alla finale di Istanbul. Ovviamente molto dipenderà dal rientro di Leao, anche se non al 100%, per consentire a Pioli di tornare a giocare come meglio gli riesce e per aver a disposizione il miglior giocatore della sua rosa.
La vicenda ricorda vagamente quella di Osimhen che aveva saltato l’andata di S. Siro per un problema muscolare e che poi era stato forzatamente recuperato per il ritorno del Maradona. Speriamo che anche Leao possa recuperare e che il suo rientro abbia un effetto diverso da quello del nigeriano. Ovviamente bisogna essere consapevoli del fatto che probabilmente potrà non bastare il rientro di Leao, esattamente come potrebbero non bastare i segnali ottimistici in merito al suo rinnovo di contratto dispensati a scopo anestetico proprio nelle ore che hanno preceduto l’Euroderby.
Leao o non Leao l’impresa di rimontare due gol a questa Inter rimane molto molto complicata. Ma forse lo spirito giusto a livello mentale potrebbe essere proprio quello del “siamo praticamente fuori, giochiamoci il tutto per tutto perché non abbiamo più niente da perdere”. In fondo anche l’anno scorso al 75esimo minuto del derby di ritorno, l’Inter si sentiva già campione d’Italia….