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    Milan, la fortuna è finita

    Milan, la fortuna è finita

    • Giancarlo Padovan
    Terza sconfitta consecutiva e una serie di sensazioni: il Milan ha finito le scorte di fortuna, sbatte contro un palo e le parate di Viviano, finisce ridimensionato, rischia seriamente di uscire dall’Europa. Un momentaccio. 

    La Sampdoria vince con un rigore di Muriel (25’ della ripresa), causato da un intervento di Paletta su Quagliarella. L’arbitro Guida non ha sbagliato ad assegnarlo. Piuttosto, nell’azione che lo determina, va registrato l’errore di Zapata che perde palla a centrocampo. Sono disattenzioni fatali in una squadra che fatica a segnare. Ad andarci molto vicino sono stati più Deulofeu (palo interno al 2’ della ripressa) e Lapadula (parata di Viviano sul tiro ad incrociare quando mancavano quattro minuti alla fine) di Bacca. Forse, se fosse stato ancora in campo, il colombiano avrebbe segnato nel secondo caso, ma è certo che la sua sostituzione con Lapadula non è stato un abbaglio di Montella, come invece ha voluto far credere il giocatore mentre si accomodava in panchina.

    In un’ora e dieci minuti di gioco, Bacca si è visto solo per qualche ritardo fatale nel calciare. Per il resto si è nascosto sempre dietro ai difensori doriani venendone sistematicamente anticipato. Combatte poco e ha limiti tattici evidenti. Certo, gli basta mezzo pallone per fare gol, ma il MIlan attuale ha bisogno della partecipazione di tutti e la sua non c’è stata. Per contro, Lapadula non ha la spietatezza di Bacca, anche se è più coinvolto quando non è in possesso di palla. La realtà è che questo Milan si riconosce soprattutto in Suso. Se la sua giocata tipica è diventata un po’ troppo prevedibile (ormai, quando si accentra, lo raddoppiano sistematicamente), non gli manca la capacità di inventare calcio anche con i filtranti: quello per Lapadula è stato vincente, peccato che il compagno non sia riuscito a trasformarlo in gol.

    La partita è stata bella e aperta. Per me, la Samp ha giocato meglio nella parte iniziale del primo tempo (pressing alto e continuo) e nella metà del secondo (ripartenze micidiali grazie soprattutto al neo entrato Djuricic). Il Milan, invece, ha avuto un avvio convincente dopo l’intervallo quando ha stretto l’avversario nella propria metacampo. Tatticamente parlando, Giampaolo ha vinto la partita con un’interpretazione dinamica del 4-3-3, il Milan l’ha persa a centrocampo dove sono stati commessi troppi errori nei passaggi e nel controllo. Spesso la difesa rossonera si è disposta a tre con Kucka libero di spingere, ma in fase di non possesso ha ripiegato sempre con ordine e senza affanni. 

    L’errore di Paletta penalizza una buona prestazione (in pratica da regista difensivo), ma già nel recupero del primo tempo il centrale, che si era frapposto tra Muriel e il pallone, era caduto lasciando via libera al doriano in area. Per sua fortuna, Guida aveva visto un fallo che, a mio giudizio, non c’era.

    Se il Milan non avrebbe meritato di perdere, la Samp non ha rubato nulla. E’ vero, infatti, che il primo tiro in porta l’hanno scagliato i rossoneri con Bertolacci (conclusione precisa che Viviano ha sventato in angolo), è altrettanto vero che l’occasione più propizia è capitata sui piedi di Linetty, servito da Muriel, dopo svarione da metacampo di Deulofeu. Donnarumma ci ha messo una mano provvidenziale. Poi il MIlan ha tirato di più (ancora Bertolacci, Suso), ma sempre in maniera imprecisa, come se i suoi attacchi fossero soffocati e non avessero sbocchi reali.

    La Sampdoria ha legittimato la vittoria dopo il vantaggio su rigore (Donnarumma spiazzato da Muriel). Djuricic ha banchettato negli spazi di centrocampo innestando, a più riprese, una marcia superiore. Al 36’ del secondo tempo, per esempio, è entrato in area superando di slancio Romagnoli e chiudendo con un diagonale che Donnarumma ha deviato senza che l’arbitro se ne avvedesse. 

    Il Milan ha finito in dieci per l’espulsione di Sosa, quando ormai era troppo tardi. Oltre alle forze, mancavano anche le idee.  

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