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Ibra: 'Avevo tante richieste, ma il Milan mi rende felice. Pronto per giocare, i miei compagni devono soffrire' VIDEO
Retroscena sulla trattativa: "Dopo l'ultima partita con i Galaxy ho sentito Maldini, abbiamo parlato tanto, ci siamo confrontati. A 38 anni ho avuto più richieste di quando avevo 28 anni. A questa età cercavo l'adrenalina per continuare, non cercavo soldi. Ho parlato tanto anche con Boban, dopo l'Atalanta mi hanno chiamato tante volte. Non era un decisione difficile da prendere. Non volevo lasciare il Milan per il Paris Saint-Germain, sono andato via senza la mia volontà. Sono felice di essere tornato, il Milan è Casa mia. Quando mi hanno preso dal Barcellona mi hanno dato la felicità, voglio dar al Milan qualcosa indietro. Voglio bene al Milan".
Ritorno da ex: "Vengo per aiutare, per migliorare. Pensiamo una partita alla volta, la squadra ha grande qualità per fare di più. E' una maratona, non una sfida di 100 metri. Ci vuole tempo. I ritorni dei milanisti non sono andati bene (Shevchenko, Kakà ndr)? Perché non ho perso passione. Ho tanta fiducia, credo in quello che faccio. A livello fisico, con il passare degli anni, si cambia. Ma a livello mentale no. Darò sempre il 200%".
Messaggio ai compagni: "Non posso dare un giudizio da fuori sul Milan, bisogna vivere le cose da vicino per esprimersi. Per me il Milan è sempre il Milan. Con i miei nuovi compagni sarò buono o cattivo? Molto più cattivo (ride ndr). A parte gli scherzi, sono me stesso. Bisogna lavorare duramente, bisogna saper soffrire. Senza sofferenza non si può vincere. Mi aspetto tanto dai miei compagni".
Pronto per giocare: "Dopo l'infortunio che ho avuto ho capito che ero fortunato a giocare ancora. Non posso giocare come quando avevo 28 anni, ho capito che non posso esagerare, ma uno che sa giocare sa quello che deve fare sul campo. La pressione è alta, siamo al Milan. A fine dei sei mesi farò un bilancio: voglio divertirmi in campo e aiutare i compagni e il Milan a ottenere dei risultati. Io ho ancora l'adrenalina, voglio sentire il profumo dell'erba, sentire i tifosi. O ti fischiano o ti applaudono, io preferisco i fischi, mi caricano. Io sto bene, dopo l'ultima partita con i Galaxy mi sono allenato, anche se non ho toccato il pallone. Sono pronto per giocare. Ronaldo? Sono contento che sia in Italia, è un bene per il campionato, vediamo cosa succede".
Futuro da dirigente del Milan: "Non si sa mai, mi piace il Milan, ma ora penso al campo. In questi sei mesi voglio dare qualcosa. Inizio da zero, non voglio stare qui perché sono Ibrahimovic. Devo lavorare, voglio portare risultati. Poi vedremo. E' una sfida conto me stesso, voglio capire se posso fare qualcosa in Serie A. Voglio fare la differenza, altrimenti non ha senso giocare ancora. So cosa devo fare per aiutare. Ieri ho parlato poco con Pioli, ci sarà modo di confrontarsi sulla mia posizione".
Ritorno mancato: "Ho parlato in passato con Leonardo, ma non mi sentivo pronto per tornare. Sono andato in America per sentirmi ancora vivo, dopo l'infortunio. Ai tempi del Psg e del Manchester United non ci sono stati contatti per tornare. Sono molto felice, uno che a 38 anni che firma per il Milan è qualcosa quasi di unico. Ho ancora tanto da dare, non vengo per fare la mascotte".
Passo dopo passo: "Non ho firmato 5 anni per pensare al futuro, penso al presente. Il derby per me è una partita unica, Milan-Inter è il derby migliore del mondo. L'obiettivo è sempre quello di vincere, ma al momento conta migliorare la situazione, bisogna crescere e aiutare la squadra ad aumentare il livello mentale. Per me è importante fare anche gli assist, non gioco da solo"