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Milan, l'ultima evoluzione di Leao è il capolavoro vero di Pioli: decisivo quando serve, come i fuoriclasse
Se è vero (come è vero) che la valutazione di un allenatore passa dai risultati che riesce a conseguire in relazione al "materiale tecnico" che gli viene a messo a disposizione ma anche e soprattutto dalla valorizzazione del proprio parco calciatori, allora si può tranquillamente affermare che la missione di Stefano Pioli sia già stata portata ampiamente a termine. La conquista o meno dello scudetto rappresenterebbe il sigillo finale che non andrebbe comunque ad intaccare la bontà di un lavoro partito oltre due anni fa e che ha in Rafael Leao uno dei testimonial d'eccezione.
IL 'NUOVO' LEAO - Un talento grezzo pescato con un grande intuizione dall'area tecnica rossonera guidata all'epoca dei fatti (era l'estate 2019) da Maldini e Boban e che, grazie alla pazienza dimostrata dal tecnico emiliano e dalla dirigenza rossonera, ha continuato a progredire fino alla definitiva esplosione della stagione in corso. Miglior marcatore stagionale e uomo in più del reparto offensivo della formazione milanista, con 14 gol e 9 assist, il classe '99 portoghese è stato protagonista di un'ulteriore evoluzione nella parte conclusiva del campionato, quella nella quale i giocatori sopra la media sono chiamati a fare la differenza per la conquista di un titolo. E in tal senso le ultime 5 partite, quelle che hanno consentito al Milan di mantenere e consolidare il primato in classifica facendo tesoro degli incidenti di percorso dei mesi passati, sono il manifesto più efficace del "nuovo Leao".
DETERMINANTE - Genoa, Lazio, Fiorentina, Verona e Atalanta: un filotto di partite nelle quali la capolista della Serie A ha definitivamente cambiato marcia dopo il doppio passaggio a vuoto con Bologna e Torino che aveva ridato consistenza ai sogni di sorpasso da parte dell'Inter. L'incredibile ko nerazzurro di Bologna e la papera di Radu hanno indubbiamente avuto il loro peso specifico, ma l'inattesa solidità mentale mostrata dal Milan nella fase decisiva della stagione è stato un fattore altrettanto importante nel far pendere la bilancia in favore del Diavolo. Che in Leao, autore di 3 reti e altrettanti passaggi decisivi nelle ultime 5, ha trovato il suo vero fuoriclasse: non solo per talento, non solo a parole, ma anche coi fatti e coi numeri. Determinante come mai lo era stato prima in carriera.
IL 'NUOVO' LEAO - Un talento grezzo pescato con un grande intuizione dall'area tecnica rossonera guidata all'epoca dei fatti (era l'estate 2019) da Maldini e Boban e che, grazie alla pazienza dimostrata dal tecnico emiliano e dalla dirigenza rossonera, ha continuato a progredire fino alla definitiva esplosione della stagione in corso. Miglior marcatore stagionale e uomo in più del reparto offensivo della formazione milanista, con 14 gol e 9 assist, il classe '99 portoghese è stato protagonista di un'ulteriore evoluzione nella parte conclusiva del campionato, quella nella quale i giocatori sopra la media sono chiamati a fare la differenza per la conquista di un titolo. E in tal senso le ultime 5 partite, quelle che hanno consentito al Milan di mantenere e consolidare il primato in classifica facendo tesoro degli incidenti di percorso dei mesi passati, sono il manifesto più efficace del "nuovo Leao".
DETERMINANTE - Genoa, Lazio, Fiorentina, Verona e Atalanta: un filotto di partite nelle quali la capolista della Serie A ha definitivamente cambiato marcia dopo il doppio passaggio a vuoto con Bologna e Torino che aveva ridato consistenza ai sogni di sorpasso da parte dell'Inter. L'incredibile ko nerazzurro di Bologna e la papera di Radu hanno indubbiamente avuto il loro peso specifico, ma l'inattesa solidità mentale mostrata dal Milan nella fase decisiva della stagione è stato un fattore altrettanto importante nel far pendere la bilancia in favore del Diavolo. Che in Leao, autore di 3 reti e altrettanti passaggi decisivi nelle ultime 5, ha trovato il suo vero fuoriclasse: non solo per talento, non solo a parole, ma anche coi fatti e coi numeri. Determinante come mai lo era stato prima in carriera.