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    Milan: l'intoccabilità di Galliani

    Milan: l'intoccabilità di Galliani

    Il verdetto del popolo è stato chiaro, una volta di più. Se per la terza stagione consecutiva le ambizioni di gloria del Milan evaporano con l'inizio della stagione autunnale, significa che i motivi dell'ennesimo disastro vanno ricercati ben oltre le scelte più o meno azzeccate dell'allenatore di turno o le prestazioni ben al di sotto della sufficienza di tanti calciatori. Tutti sono colpevoli, ma qualcuno lo è più di altri e gli indizi portano a chi da anni ha la gestione pressochè totale della società.

    SOLDI SPESI MALE - Se fino alla scorsa stagione la mancanza di risorse economiche da investire sul mercato era stata la parziale attenuante per giustificare l'infornata di parametro zero con poca prospettiva e dalla scarsa resa, gli alibi per Adriano Galliani sono completamente venuti meno questa estate, con un Silvio Berlusconi che non ha badato a spese pur di consentire al suo storico braccio destro di allestire una rosa che avesse come obiettivo minimo la qualificazione alla prossima Champions League. Con quasi 90 milioni di euro di budget, è stata invece allestita la solita truppa male assortita di giocatori poco funzionali all'idea di gioco dell'allenatore e pagati ben oltre il loro reale valore tecnico. Difesa e centrocampo erano i reparti da rinforzare più di altri e con calciatori di indubbie qualità tecniche e caratteriali? Una situazione nota a tutti, quasi superflua da sottolineare, eppure Galliani è riuscito a sbagliare anche stavolta.

    GALLIANI NON PAGA MAI - Del resto, la rinuncia totale ad affidarsi a talent scout o conoscitori di giocatori come è stato in passato Ariedo Braida per accentrare interamente nelle proprie mani qualsiasi tipo di competenza hanno creato lo sfacelo che è sotto gli occhi di tutti. Da anni, il mercato del Milan risponde solo alle logiche di Galliani, quelle dei rapporti preferenziali con certi procuratori o di presidenti e dirigenti amici che, oltre a ricoprire il ruolo di consulenti occulti, finiscono per essere interlocutori unici in sede di trattativa. Così si spiegano forse le valutazioni gonfiate di Romagnoli e Bertolacci, che la Roma è stata ben lieta di cedere alle proprie condizioni per completare la propria faraonica campagna acquisti, l'arrivo anticipato e a caro prezzo di Luiz Adriano (pagato 8 milioni quando a gennaio sarebbe potuto arrivare a costo zero) grazie ai buoni uffici dell'intermediario Kia Joorabchian o l'affare Kucka delle ultime ore di mercato col solito Preziosi. I soliti discorsi, le solite valutazioni, eppure Galliani resta saldamente al suo posto, celandosi dietro il "silenzio di riflessione" che sembra il preludio al sacrificio del quarto allenatore nelle ultime tre stagioni. Pagherà Mihajlovic e pagherà qualche giocatore, ma Galliani no. E intanto il Milan sprofonda in un limbo senza fine.

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