Milan, l'equivoco tattico è Boateng
Sette partite in ventitré giorni per capire dove può andare questo Milan dopo il ridimensionamento dovuto al mercato. Sette partite tra campionato e Champions con la trasferta di San Pietroburgo e il derby come tappe fondamentali di un cammino tortuoso e difficile da prevedere. Il Milan 2012/13 per il momento è in costruzione e come tale ha pochi punti di fermi. Uno di questi, Boateng, deve prendersi la squadra sulla spalle ma, carta alla mano, rischia di diventare un grosso equivoco tattico.
Ovviamente Boateng dopo le perdite di Ibrahimovic e Thiago Silva è per qualità e carattere destinato a diventare uno dei leader di uno spogliatoio in crescita. La sua voglia di trequarti però può, alla lunga, legare le mani alla voglia di novità tattiche di Massimiliano Allegri che dal ritiro di Milanello sono già trapelate. In futuro infatti si potrebbe abbandonare il 4-3-1-2 classico per passare al modulo con due mediani e tre trequartisti, oppure con due trequartisti dietro il solo Pazzini se non per il primo amore di Allegri: il 4-3-3. Tutto per integrare al meglio i nuovi arrivi e per dare carta bianca al tecnico che in questa stagione si gioca gran parte della sua fama.
Ma Boateng? Il ghanese vuole giocare come unico trequartista, l'ha sempre detto alla luce del sole. Difficilmente si adatterebbe al ruolo centrale in una trequarti a tre, ancora meno come esterno nel tridente. Qualcosa in più potrebbe fare in coppia con un altro alle spalle dell'unica punta, mentre l'esperimento del Falso Nueve non ha dato i frutti sperati. Comunque si giri la frittata il ghanese resta comunque un equivoco tattico: indottrinare lui o utilizzare chi nel ruolo ha già esperienza (El Shaarawy, Bojan, Robinho) e meno problemi di adattamento? Questo è l'ultimo dilemma di Max Allegri.