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Milan, l'addio di Gandini: 'Tanta malinconia. Negli ultimi anni giocatori distratti'
SULLA ROMA - "Vorrei solo parlare di quello che ho vissuto e non di quello che vivrò. Sarà l’evoluzione di un percorso che continua e che ho fatto in questi 23 anni. Chi ha cambiato il corso della storia del Milan? Non ho lavorato con Sacchi ma non ho difficoltà ad ammettere che è stato il primo e rivoluzionare il calcio. Ho conosciuto Capello che preparava le partite in maniera fantastica e poi ho vissuto gli anni di Ancelotti. Ma anche gli altri mister che sono durati meno li ricordo con molto piacere".
SULLA CESSIONE DEL MILAN - "Credo che nessuno si aspettasse che Berlusconi potesse decidere di vendere. Il Milan è un club unico che ha segnato la storia del calcio e credo che abbia le possibilità per continuare a farlo anche se il calcio internazionale è molto cambiato. La storia e la consapevolezza del Milan rendono questo club unico: abbiamo insegnato molto a tutti. Come può tornare grande il Milan? Dentro di sé il Milan ha tutte le caratteristiche per tornare quello che è stato. L’importante è riprendere quei valori che hanno portato i rossoneri sul tetto del mondo. Il Milan attuale è interessante, Montella sta dando uno spartito e gli interpreti sono migliori rispetto a quello che si dice. Negli ultimi anni non è stato facile giocare al Milan, per vari fattori i giocatori non sono stati liberi di pensare solo al campo. Credo che la consapevolezza di avere un brillante futuro possa aiutare molto la squadra. Questo gruppo può arrivare in Europa, poi dipenderà anche dall’insediamento della nuova proprietà e da come andrà la seconda parte di stagione".