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    Milan, Kalulu: 'La Champions fa brillare gli occhi. Pioli? Ci rende i giocatori che siamo'

    Milan, Kalulu: 'La Champions fa brillare gli occhi. Pioli? Ci rende i giocatori che siamo'

    • Redazione CM
    Il Milan è pronto. Questa sera, a Londra alle ore 21, i rossoneri sfideranno il Tottenham di Antonio Conte nel ritorno degli ottavi di finale della Champions League. Un match decisivo per la stagione della squadra di Stefano Pioli, chiamata a trovare il passaggio del turno e difendere il vantaggio di 1-0 guadagnato a San Siro. Ai microfoni di Prime Video, Pierre Kalulu ha voluto presentare così la sfida del Tottenham Hotspur Stadium, toccando, tra l’altro altri temi, tra cui il suo cambio di ruolo.

    SULLA CHAMPIONS E SULLA SFIDA CONTRO IL TOTTENHAM
    La Champions fa sempre brillare gli occhi da piccoli. E noi abbiamo approcciato le partite nella maniera migliore possibile. Mi aspetto a Londra una partita difficile. Sappiamo che serve un gol più dell’altro. La concentrazione farà la differenza.

    SULLA DIFESA
    Fra di noi sappiamo che il ruolo del difensore è un po’ ingrato. Puoi fare una bellissima partita, puoi sbagliare una volta ed è come se sbagliassi tutta la partita. A questi livelli devi solo dimostrare che sei uno che può aiutare a vincere. Io posso prendere gol, ma posso essere decisivo. È questo che fa la differenza. Al Milan sono passati tantissimi difensori forti. Io provo a vedere tutti e a prendere il meglio di tutti per essere il giocatore più completo possibile. Io so che posso fare di più di quello che sto facendo. Sono sulla buona strada.

    SUL CAMBIO DI RUOLO
    Io ero in allenamento e giocavo come terzino destro e sinistro. Poi è arrivato (Pioli) e mi ha detto: puoi giocare anche centrale sinistro? In quel momento avevo troppa fame per dire che non potevo. Ho pensato: mettimi in campo e vediamo che possiamo fare. La verità è che ero pronto a dare il massimo e dimostrare che ero forte.

    SU PIOLI
    Si interessa sempre a che uomini siamo fuori dal campo. Perché è questo che ci rende anche i giocatori che siamo. Quando arriviamo chiede come va, come va la famiglia, dove sei stato.

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