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Milan-Inter, l'analisi tattica di Benny Carbone: 'Ecco come ha vinto Seedorf'
NOVITA' - Questa sera a San Siro si sono affrontate nel derby di Milano l'Inter di Mazzarri con il suo solito 3-5-2 ed il Milan di Seedorf schierato per l'occasione con un inedito 4-3-1-2.
POCHE EMOZIONI - Nel primo tempo regna il grande equilibrio: le due squadre tengono un ritmo basso e mirano principalmente a coprirsi piuttosto che affrontarsi a viso aperto, ne risente così lo spettacolo. Nei primi 45 minuti ci sono poche occasioni, il Milan ci prova con Kakà (che colpisce anche una traversa), l'Inter con Nagatomo. Il tema della partita è chiaro, il Milan fa un possesso palla che raramente porta alla concretizzazione, l'Inter attende tutta nella propria metà campo pronta a ripartire con transizioni veloci.
EPISODIO - Il secondo tempo è figlio del primo, perché ripropone lo stesso tema visto nella prima metà di gara. Regna un equilibrio che sembra inalterabile in termini di punteggio, sale con il passare dei minuti la sensazione che il match possa sbloccarsi con una palla inattiva o un colpo di genio. Si concretizza l'ipotesi della palla inattiva al 70': punizione laterale battuta magistralmente da Balotelli che trova De Jong (perso in area da Cambiasso), bravo a colpire di testa e a battere Handanovic. Dall'altra parte l'Inter, malgrado abbia prima sostituito Cambiasso con Guarin per dare una scossa alla manovra e poi sia passata ad un 4-3-1-2 speculare a quello del Milan sostituendo Jonathan con Alvarez e spostando Rolando in qualità di terzino destro, non riesce a cambiare marcia e non crea reali pericoli ad Abbiati. Gli ultimi minuti non sono particolarmente emozionanti, il Milan dimostra una discreta solidità difensiva, al fischio finale viene premiata la squadra che ha avuto più voglia di vincere.
LE CHIAVI DELLA PARTITA - In una partita così bloccata ed equilibrata sono l'abilità dei singoli giocatori, l'organizzazione tattica e la capacità di sbagliare meno: tutti questi fattori pendono dalla parte del Milan che, sebbene non abbia espresso un gioco spumeggiante, è riuscito a portare a casa il risultato.
FASE DI NON POSSESSO INTER - Nella sua fase di non possesso l'Inter ha atteso nella sua metà campo la manovra del Milan, indirizzando con il movimento delle punte (Palacio e Icardi) la giocata sull'esterno. Sui terzini del Milan l'Inter è uscita con i quinti (Nagatomo o Jonathan) con quello opposto che si legava ai tre di difesa; a centrocampo (formato da Kovacic, Cambiasso e Hernanes) si è creato un tre contro tre contro il centrocampo rossonero, la difesa (formata da Rolando Samuel e Ranocchia) ha giocato un tre contro due con le due punte del Milan.
FASE DI NON POSSESSO MILAN - Nella sua fase di non possesso il Milan ha cercato di abbinare a compattezza e densità un buon pressing sui portatori di palla rallentando così la manovra nerazzurra. Buona è stata la lettura dell'uscita sul quinto che era diversa in base alla sua posizione: se Jonathan o Nagatomo erano bassi, era la mezz'ala (Montolivo o Poli) di riferimento ad uscire. Se invece il quinto dell'Inter si trovava alto erano i terzini (De Sciglio e Constant) ad uscire con un ispiratissimo De Jong pronto a coprire tutti i buchi lasciati in difesa. Anche le due punte (Balotelli e Kakà) ed il trequartista (Taraabt) hanno svolto un buon lavoro in fase di non possesso sacrificandosi in copertura. Infine i due difensori centrali, Mexes e Rami, hanno contribuito in maniera decisiva sulla vittoria del Milan dimostrando una grande crescita con chiusure puntuali ed un gioco fisico che ha messo in difficoltà le due punte nerazzurre.
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