Milan in black, cambia la storia?
Il Milan targato 2012-2013 sarà diverso rispetto a quello degli ultimi cinque anni. Allegri avrà a disposizione una squadra tutta nuova, senza senatori, più giovane (si è passati da un'età media di 29,52 dell'ultima stagione all'attuale di 27,18) e anche più africana. Sono infatti ben 7 i giocatori della rosa che ad oggi vestono o hanno vestito la maglia di una nazionale del Continente Nero: Muntari, Strasser, Boateng, Traoré, Constant al quali vanno aggiunti Mesbah e Taiwo, che lasceranno sicuramente il Milan nei prossimi giorni. Senza dimenticare El Shaarawy, italianissimo di Savona, ma con chiare origini egiziane.
Secondo Redknapp, ex tecnico del Tottenham, i giocatori africani danno quel valore aggiunto perchè più forti fisicamente e meno pigri, secondo invece l'attuale allenatore del Verona Mandorlini non sono adatti al calcio italiano. Se si analizza la storia, il binomio Milan-Africa ha portato raramente successi. Di tutti i men in black passati per Milanello solo George Weah e Boateng (nella stagione 2010-2011) sono riusciti a lasciare il segno.
In difesa il nigeriano Taribo West viene ricordato soprattutto per le treccine, Mohamed Sarr e Samir Beloufa, centrali rispettivamente senegalese e algerino, hanno recitato poco più che il ruolo di comparsa. A centrocampo il nazionale del Gabon Catilina Aubameyang non si è mai inserito, così come i fratelli Willy e Pierre Emerick, l'unico della famiglia che è riuscito a costruirsi una carriera dignitosa con le maglie di Lille e Saint-Etienne. In attacco in pochi hanno nella memoria rossonera il nigeriano Aliyu Datti, il connazionale Nnamdi Oduamadi e la meteora ghanese Dominic Adiyiah (miglior giocatore del Mondiale under 20 del 2009). A Boateng & Co il compito di cambiare la storia.