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    Milan, il vivaio conta. Se non è rossonero

    Milan, il vivaio conta. Se non è rossonero

    Merkel via in comproprietà, Astori ceduto tutto al Cagliari, Verdi, Donnarumma, Strasser, Paloschi (nonostante la smentita di Galliani) scaricati in serie B o in una squadra di serie A che lotta per non retrocedere. Il Milan del futuro prossimo avrà sì dei giovani interessanti (El Shaarawy, Pato, Boateng), ma che non sono prodotto del vivaio rossonero. In più, a  parte Antonini (che piace al Psg) e Abate, lanciati in prima squadra da Leonardo,  e Ambrosini, 34 anni lo scorso maggio il Milan targato 2011-2012 non avrà altri giocatori cresciuti nel vivaio rossonero.

    La nuova politica rossonera non prevede più l'inserimento graduale in prima squadra dei giovani interessanti della Primavera come era successo la scorsa stagione con Merkel e Strasser. Chi cresce nel vivaio rossonero deve andare a farsi le ossa da qualche altra parte, con il rischio di non abituarsi mai al calcio di prima fascia del Milan, con le sue pressioni e con la sua mentalità vincente. Il fairplay finanziario alle porte non sembra toccare particolarmente Galliani e Co. ed evidentemente il modello Barcellona, tanto osannato per la capacità di lanciare in prima squadra oltre ai fenomeni Messi, Piqué, Pedro Xavi e Iniesta anche gente come Muniesa, Bartra, Thiago Alcantara, Jeffren o Dos Santos, non ha fatto scuola.

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