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Milan, il prestito di Elliott e la proposta agli investitori arabi. Spunta il fondo Pif: 'Può prendere il 41,7% delle quote'
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LA RELAZIONE TRIMESTRALE - Il Milan si è dichiarato terzo alla vicenda e il fondo Elliott ha risposto in un comunicato smentendo di avere partecipazioni nel club o di averne il controllo. Nel frattempo emergono ulteriori dettagli su come GdF e Procura siano arrivati a questa ipotesi, Il Corriere della Sera fornisce una ricostruzione dei fatti. Le supposizioni sono emerse dopo il raffronto tra i dati che sono stati forniti alla Sec e alla Figc, oltre che da un recentissimo documento che il Milan avrebbe redatto per i colloqui con i fondi arabi come possibili investitori. Tra gli indizi di accusa, si legge, vi è la relazione trimestrale del 27 maggio 2022, fornita dal Milan alla Figc, in cui non viene fatto alcun riferimento all'accordo preliminare di vendita che era stato sottoscritto 24 ore prima. Nel documento, inoltre, viene omessa anche la parte del verbale di assemblea in cui il socio di minoranza Blue Skye chiedeva lumi sulla cessione del club. In aggiunta a questo, RedBird avrebbe comunicato alla Figc che metà del pagamento arrivasse da un proprio fondo, mentre secondo quanto comunicato dalla stessa società alla Sec (che vigila sulla Borsa americana) "la maggior parte del capitale usato per la compravendita" arriverebbe "da un veicolo societario non riferibile a RedBird".
LA POSIZIONE DI MILAN ED ELLIOTT
IL VENDOR LOAN E GLI INVESTITORI ARABI - C'è poi il recentissimo documento che il club rossonero ha preparato per i colloqui avuti con "investitori del mondo arabo", nel quale viene illustrato l'assetto societario rossonero. Documento che al Nucleo di polizia valutaria GdF fa concludere "che il vendor loan", cioè il prestito fatto nel 2022 dal venditore Elliott al compratore RedBird, tutt'oggi "garantisca a Elliott la proprietà di parte del Milan", riporta il Corriere. Questo perché, nello schema proposto dal Milan agli arabi, Redbird (100% del Milan con 679,5 milioni di euro al 31 dicembre 2023) scenderebbe al 58,2% (ma a fronte di un investimento che rimarrebbe immutato) nel caso in cui un nuovo investitore acquisisse il 41,7% del Milan ricomprando per 487,5 milioni l'80% del famoso prestito, di cui resterebbe una parte pari a 121,9 milioni.
SPUNTA PIF - Dallo stesso documento, riferisce La Gazzetta dello Sport, emerge un altro dettaglio: il nome dell'investitore arabo, il fondo PIF. Nell'"Ac Milan Investor presentation", si fa riferimento a PIF come finanziatore a cui andrebbero "il 41,7% delle quote tramite il riacquisto dell’80% del Vendor Loan per 487,5 milioni di dollari". PIF, fondo sovrano dell'Arabia Saudita, ha un patrimonio netto di 861 miliardi di dollari (RedBird ha 10 miliardi in gestione) e ha l'obiettivo di raggiungere quota mille miliardi entro la fine del 2025 con investimenti in diverse aree economiche del regno. Nel 2021, inoltre, PIF, ha acquistato il Newcastle per 350 milioni di euro e ha il controllo dei quattro grandi club della Saudi Pro League (Al-Hilal, Al-Ittihad, Al-Ahli, Al-Nassr). La quota che PIF avrebbe rilevato da Elliott sarebbe stata convertita in equity - possibilità che non compare negli atti, evidenzia Gazzetta -, facendo del gigante saudita il secondo azionista del Milan.
COSA RISCHIA IL MILAN
LA PROCURA FIGC SI MUOVE - Nel frattempo, riferisce sempre il Corriere, nella giornata di oggi la Procura Figc chiederà gli atti della vicenda per le valutazioni dal punto di vista sportivo.