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Milan, il professionista Poli: che sia da esempio per Dybala, Brozovic e Bacca
IL CUORE - Vincenzo Montella lo ha elogiato ieri sera in conferenza stampa: "Per me il giocatore migliore è stato Poli, proprio per il momento in cui è entrato e proprio per il fatto che ha giocato di meno. La sua prestazione è frutto di quello che fa in allenamento e dello spirito di gruppo". Il numero 16 milanista è stato chiamato in causa al 62esimo, subito dopo l'espulsione di Kucka: mezzora per essere nominato il migliore in campo dal proprio allenatore. Perché? Per l'atteggiamento, sempre positivo; per la cattiveria, per il sudore gettato su ogni pallone, per essere rimasto in campo nonostante un colpo al ginocchio, per aver corso per 3, sopperendo così all'inferiorità numerica con voglia e professionalità. Già: nessuna parola fuori posto nonostante le poche presenze, nessuna polemica. Solo sudore e lavoro in quel di Milanello, lontano dalle telecamere e dai microfoni (Queste le sue parole di ieri sera: "In carriera ho giocato sempre molto, da un anno non succede. Ma mi sono sempre allenato bene e voglio dare il mio contributo").
ESEMPIO - Esempio per lo spogliatoio, per i compagni. E anche per i colleghi. In Serie A, infatti, sono sempre più frequenti i giocatori pronti a non accettare le scelte degli allenatori. Fuoriclasse come Dybala, giocolieri come Brozovic, bomber (un tempo) spietati come Bacca nelle ultime settimane si sono resi protagonisti di mancate strette di mano, calci alle gradinate e scenate teatrali. Ma non solo loro: anche mestieranti "alla Poli" come Lichtsteiner e Pulgar hanno manifestato il loro disappunto. Poli, invece, l'opposto: il primo ad andare ad abbracciare Deulofeu per l'assist al gol di Pasalic o a disperarsi per un mancato assist del compagno, il primo a incitare i tifosi rossoneri in un Dall'Ara incredulo, il primo a prendersi i complimenti pubblici di Vincenzo Montella. E il primo a farsi trovare sempre pronto, in silenzio.
@AngeTaglieri88