Milan, il 'Nopetegui' è sia social che reale: ma fino a che punto è giusto ascoltare i tifosi?
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Lo dimostra anche il caso della Roma, per cui la coperta di Linus di Daniele De Rossi si sta accorciando ogni settimana. Perché il tempo sta ribadendo limiti di fisico/personalità (Lukaku) e tecnici (Karsdorp) che nemmeno l’entusiasmo del nuovo tecnico, ingaggiato per contenere la sollevazione popolare del dopo-Mou, ha potuto cancellare. Nell’epoca in cui il virtuale supera il reale, alle esalazioni tossiche dei social viene dato un peso superiore a quello che realmente hanno. Domenica prossima, in Milan-Genoa, la portata della protesta reale sarà più chiara. Intanto si è già passati dal rumore dei nemici al rumore dei (falsi) amici. Come ha ricordato pochi giorni fa Stefano Pioli “non leggo e non seguo niente, anche se alcuni “amici” qualcosa mi fanno sempre arrivare…”. Serve quindi grande personalità per mantenere la propria posizione e le proprie certezze.
Secondo la ricostruzione di Matteo Moretto, collega italiano che si occupa di mercato sui media spagnoli, nell’ultima ondivaga settimana del Milan la trattativa per l’ingaggio di Julen Lopetegui è stata invece frenata proprio dalla rivolta (soprattutto social) di una parte dei tifosi, insospettiti dalla carriera del tecnico basco: molto positiva al Wolverhampton e a Siviglia, club di livello ma non Top Class, meno convincente quando le pressioni si sono alzate. Il suo Porto 14/15 giocava molto bene e spaventò anche il Bayern nei quarti di finale di Champions, con il 3-1 dell’andata seguìto dall’1-6 dell’Allianz Arena. Zero tituli e così la seconda stagione iniziò male e finì presto: fuori dalla Champions ed esonerato. Come al Real Madrid, subito delegittimato dal ko in Supercoppa Europea contro l’Atletico Madrid e cacciato a fine ottobre dopo altre cinque sconfitte in sette gare. Con l’aggravante di non essere entrato in sintonia con Vinicius, che il club aveva designato come erede di CR7.
Insomma, a una parte di tifosi più che “Lopetegui” non piace(va) “l’idea che Lopetegui porta(va) con sé”: ovvero quella di un Milan lontano dalla sua tradizione di società vincente ed economicamente potente. Ma questa è la realtà: nessun club in Italia ha più la forza economica per attrarre né campioni né allenatori super top. Nemmeno il Milan, che proprio grazie a questa dirigenza è tornato sostenibile ed è ormai indirizzato sul doppio binario compravendita/valorizzazione di talenti, non sempre facili da scovare come pretenderebbero i tifosi. Che, superando anche lo spirito di bandiera, vedono nell’ex Juve e Inter Antonio Conte l’unica vera, grande garanzia di successo.