Milan, il Decreto Crescita e le agevolazioni fiscali per il colpo Ibra: il contratto non basta
Dal punto di vista sportivo la risposta potrà darla soltanto il campo e in questo Ibra è sempre stato un maestro. Dal punto di vista economico, invece, possiamo già sottolineare quello che sarà l'impatto a bilancio della punta svedese anche se, dal punto di vista fiscale, va inevitabilmente chiarita la possibilità da parte del club rossonero di usufruire delle agevolazioni del celebre Decreto Crescita.
COSA DICE LA LEGGE - Il Decreto Legge numero 34 del 30 aprile 2019 e convertito con modificazioni nella Legge n. 57 pubblicata nella Gazzetta Ufficiale numero 151 è in vigore ormai dal 30 giugno 2019 ed è stato ribattezzato Decreto Crescita. Tra le altre misure prevede specifiche agevolazioni fiscali per le aziende che vogliono attrarre "capitale umano" e nel caso specifico degli sportivi si limita al 50% dell'ammontare del reddito percepito (stipendio ndr.). Per accedere a tale regime agevolato ci sono però alcune limitazioni.
- Il DL si applica ai soggetti che trasferiscono la residenza in Italia ai sensi dell'articolo 2 del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917 a partire dal periodo d'imposta successivo a quello in corso (dal 2020 ndr.);
- I lavoratori non sono stati residenti in Italia nei due periodi d'imposta precedenti il predetto trasferimento;
- I lavoratori si impegnano a risiedere in Italia per almeno due anni;
- L'attività lavorativa e' prestata prevalentemente nel territorio italiano.
IL CONTRATTO NON BASTA - Potrà però il Milan usufruire delle agevolazioni del Decreto Crescita? La risposta è sì, ma il contratto, anche nella sua totalità, non basta a garantire l'accesso al regime fiscale. Sempre il DL. 34/2019 impone agli sportivi di versare un contributo pari allo 0,5% dell’imponibile, destinato al potenziamento dei settori giovanili, ma è la durata della residenza fiscale la determinante più importante per il "caso Ibrahimovic". La punta svedese dovrà infatti impegnarsi a mantenere la residenza fiscale in Italia per la durata di almeno 2 anni e quindi oltre la naturale scadenza del contratto propostogli dal Milan (rinnovo compreso). e Ibrahimovic dovesse invece decidere di lasciare l'Italia prima della scadenza dei due anni il club rossonero sarà chiamato a dover coprire il disavanzo nelle casse dello stato.