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Milan, il confronto col 2022/23 è impietoso: oltre gli infortuni, pesano scontri diretti e rendimento dei big
NUMERI - Scorrendo le statistiche, non può che saltare all'occhio il confronto con la partenza dello scorso anno: se nelle prime 17 giornate della stagione 2022/23 i rossoneri erano riusciti a mettere in tasca 37 punti, dopo il pareggio con la Salernitana sono invece 33 quelli raccolti attualmente. Quattro lunghezze in meno, ma non solo, perché anche nella casella "gol" il dato risulta più scarno. Rispetto all'anno precedente, infatti, la squadra di Pioli ha messo a segno 31 reti (contro 33), mentre i gol subiti sono aumentati sensibilmente, salendo da 18 a 20. A questo, si aggiunge una fase a gironi di Champions League - seppur viziata da un girone non agevole - conclusasi con solo 5 gol fatti in 6 partite e 8 subiti, che difficilmente regge il confronto con la semifinale raggiunta nella stagione 2022/23.
CAPITOLO INFORTUNI - E' vero, nei dati di quest'anno ad incidere è sicuramente il pesantissimo nonché incredibile fardello infortuni. Alla luce della recidività degli stop fisici in casa Milan, la situazione assume tuttavia sempre più i contorni di qualcosa che va oltre la semplice sfortuna. Ben 21 giocatori con guai fisici dall'inizio della stagione, la maggioranza dei quali legati a problemi muscolari. In ordine di tempo, gli ultimi a fermarsi sono stati Tommaso Pobega (operato e fuori per 4 mesi), Noah Okafor (lesione al flessore, out per circa un mese) e Fikayo Tomori (problema al flessore contro la Salernitana). Numeri horror che sicuramente non rassicurano l'ambiente rossonero, partendo dai tifosi, fino ad arrivare allo spogliatoio, dove si sentono le ripercussioni di questo inizio zoppicante.
LE BIG - Quel che generalmente sembra essere più mancato ai rossoneri è la concretezza nei momenti decisivi. A prestazioni di tutto livello in sfide meno decisive, si sono affiancati infatti ricorrenti blackout contro le big. Non è solo la sonora sconfitta per 5-1 nel derby a dare questa lettura, ma si aggiungono anche il k.o. per 1-0 contro la Juve, il 3-1 del Dortmund che ha virtualmente consegnato l'esclusione dagli ottavi di Champions e il 3-2 al Gewiss contro l'Atalanta arrivato all'ultimo respiro. Prestazioni appannate con le big e - più in generale - nei momenti decisivi. E infatti anche in Salernitana-Milan, match in cui i rossoneri erano chiamati a dare importanti risposte, ecco un altro passo falso.
E I BIG? - Poche certezze con le big e poche certezze da parte dei big. I giocatori più talentuosi, quelli che dovrebbero caricarsi sulle spalle la squadra nei frangenti di difficoltà. In tal senso, sono emblematiche le recenti prestazioni di Rafael Leao, lontano parente dell'attaccante che fino a qualche tempo fa faceva squillare le trombe a San Siro. Per lui solo 3 gol e 4 assist, un magro bottino se messo a confronto con i 7 gol e 5 assist della scorsa stagione arrivati alla 17a giornata. L'altra nota negativa è poi sicuramente Theo Hernandez, irriconoscibile a tratti e incapace di incedere (più nelle prestazioni che nei numeri) come ci aveva abituati in passato. Tutti segnali di un ambiente teso e scontento, di cui il gesto di Fikayo Tomori, che all'uscita per infortunio nel match di Salerno non dà la mano a Pioli, è il manifesto. Lo stesso Pioli che poi in conferenza stampa appare comprensibilmente irritato dal momento "no" della sua squadra. I dati lo dicono: questo Milan sta facendo meno dell'anno scorso. Se il risultato dell'ultima stagione era stato un risicato 4° posto, è inevitabile che al futuro si chieda una decisa sterzata.