Milan, il cambio di marcia passa dai giovani: Tonali col contagocce, che fine ha fatto Hauge?
Lodi e Bodo: una lettura veloce potrebbe riecheggiare come un detto latino o un proverbio. Nient'affatto. Non fosse per la lunghezza - o meglio, brevità - e quella d nel finale, non avrebbero nulla in comune. D come difficoltà, come quelle che stanno trovando Sandro Tonali e Jens Petter Hauge. Loro, ai quali Lodi e Bodo hanno dato i natali, atipici simboli del crollo del Milan nella seconda parte di stagione.
ALTI E BASSI - Così uguali, così diversi. In comune hanno il settembre 2020 quale mese svolta della carriera: Tonali corona il sogno rossonero, Hauge approda a San Siro dopo averlo illuminato con giocate di classe nel preliminare di Europa League. I loro percorsi si intrecciano lungo due linee decisamente oscillanti: avvio in sordina per l'ex Brescia, poi il ruolo di protagonista complice l'infortunio di Bennacer fino ai nuovi problemi delle ultime settimane. Il norvegese, invece, ha mostrato da subito le sue doti importanti, confermando le ottime impressioni iniziali e cavalcando la perfetta forma fisica che trovava origine nel calendario del campionato norvegese, collocato dalla primavera all'autunno. Inevitabile, dunque, un calo di forma, che a Jens non ha tuttavia impedito di prendersi il ruolo di spacca-partite, come accaduto a Napoli o con la Sampdoria.
MISTERO HAUGE - Già, la Samp: dal gol del 3 aprile contro i blucerchiati, fondamentale per evitare una sanguinosa sconfitta, Hauge è sparito. Zero minuti in quattro gare, (in)utili a mantenere congelato a quota 86 il conteggio dei minuti giocati nel girone di ritorno. Pochi, troppo pochi se pensiamo alle difficoltà incontrate dai rossoneri e, nello specifico, dai compagni di reparto come Leao e Rebic. Quasi un mistero se aggiungiamo che, per motivi di lista, il norvegese era stato sorprendentemente escluso dall'elenco Uefa per la fase ad eliminazione diretta di Europa League, quello stesso palcoscenico in cui tanto bene aveva fatto nei primi mesi.
TONALI ANCORA OUT - Discorso diverso, ma nemmeno troppo, per Sandro Tonali. Perché è vero che le presenze in campionato (31, di cui 17 da titolare) sono senza dubbio maggiori, ma è anche vero che le condizioni di partenza non sono le stesse del compagno. I 30 milioni totali dell'operazione per strapparlo al Brescia hanno riversato sul centrocampista lodigiano un carico di aspettative forse eccessivo. Aspettative che si sono tramutate in una stagione altalenante, condita comunque da prestazioni solide e convincenti. Nelle ultime cinque gare, Sandro è stato in panchina due volte per 90', subentrando nelle altre tre occasioni. Domani, contro il Benevento, il copione può essere lo stesso: qualora Bennacer venisse tenuto a riposo, sarebbe Meitè il favorito per far coppia con Kessie. Una scelta non nuova ma per certi aspetti sorprendente, se si considera quanto la differenza di rendimento in campo - nonostante il diverso progetto sui due calciatori - non appaia così evidente. Per la corsa Champions, dunque, serviranno anche loro. L'augurio del Milan è che tornino ad essere protagonisti.
ALTI E BASSI - Così uguali, così diversi. In comune hanno il settembre 2020 quale mese svolta della carriera: Tonali corona il sogno rossonero, Hauge approda a San Siro dopo averlo illuminato con giocate di classe nel preliminare di Europa League. I loro percorsi si intrecciano lungo due linee decisamente oscillanti: avvio in sordina per l'ex Brescia, poi il ruolo di protagonista complice l'infortunio di Bennacer fino ai nuovi problemi delle ultime settimane. Il norvegese, invece, ha mostrato da subito le sue doti importanti, confermando le ottime impressioni iniziali e cavalcando la perfetta forma fisica che trovava origine nel calendario del campionato norvegese, collocato dalla primavera all'autunno. Inevitabile, dunque, un calo di forma, che a Jens non ha tuttavia impedito di prendersi il ruolo di spacca-partite, come accaduto a Napoli o con la Sampdoria.
MISTERO HAUGE - Già, la Samp: dal gol del 3 aprile contro i blucerchiati, fondamentale per evitare una sanguinosa sconfitta, Hauge è sparito. Zero minuti in quattro gare, (in)utili a mantenere congelato a quota 86 il conteggio dei minuti giocati nel girone di ritorno. Pochi, troppo pochi se pensiamo alle difficoltà incontrate dai rossoneri e, nello specifico, dai compagni di reparto come Leao e Rebic. Quasi un mistero se aggiungiamo che, per motivi di lista, il norvegese era stato sorprendentemente escluso dall'elenco Uefa per la fase ad eliminazione diretta di Europa League, quello stesso palcoscenico in cui tanto bene aveva fatto nei primi mesi.
TONALI ANCORA OUT - Discorso diverso, ma nemmeno troppo, per Sandro Tonali. Perché è vero che le presenze in campionato (31, di cui 17 da titolare) sono senza dubbio maggiori, ma è anche vero che le condizioni di partenza non sono le stesse del compagno. I 30 milioni totali dell'operazione per strapparlo al Brescia hanno riversato sul centrocampista lodigiano un carico di aspettative forse eccessivo. Aspettative che si sono tramutate in una stagione altalenante, condita comunque da prestazioni solide e convincenti. Nelle ultime cinque gare, Sandro è stato in panchina due volte per 90', subentrando nelle altre tre occasioni. Domani, contro il Benevento, il copione può essere lo stesso: qualora Bennacer venisse tenuto a riposo, sarebbe Meitè il favorito per far coppia con Kessie. Una scelta non nuova ma per certi aspetti sorprendente, se si considera quanto la differenza di rendimento in campo - nonostante il diverso progetto sui due calciatori - non appaia così evidente. Per la corsa Champions, dunque, serviranno anche loro. L'augurio del Milan è che tornino ad essere protagonisti.