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    Milan, il bilancio della tournée: Niang il migliore, ma la difesa è da incubo

    Milan, il bilancio della tournée: Niang il migliore, ma la difesa è da incubo

    • Federico Albrizio
    Termina l'avventura negli USA per il Milan: i rossoneri chiudono la tournée americana con un successo, ai rigori contro il Bayern Monaco, e due sconfitte contro Liverpool e Chelsea. Al di là dei risultati, da considerare sempre ricordando che si tratta di amichevoli estive e che la condizione atletica non è delle migliori, è tempo di tracciare i primi bilanci sulla trasferta americana: Montella torna a Milano con alcuni segnali positivi da parte della squadra, ma inevitabilmente non mancano anche dettagli preoccupanti, sia sul piano tecnico che della rosa.

    COSA VA - Risposte incoraggianti sono arrivate sia a livello collettivo che di singoli. In primis il gioco, Montella lavora con i giocatori da circa un mese e già si comincia a intravedere la sua mano: la squadra sta assimilando le sue idee di calcio, cerca con insistenza il fraseggio e una manovra elaborata per costruire le azioni. A suffragare questi miglioramenti il dato sul possesso palla, che contro il Chelsea ha superato il 60% per larghi tratti del match: il Milan prova sempre a giocare il pallone e questo dà più sicurezza agli stessi giocatori, molti dei quali hanno giovato particolarmente di questa novità. Su tutti Mbaye Niang, il migliore dei rossoneri nella trasferta americana. Il francese ha convinto come punta centrale, rispecchia al meglio le richieste di Montella per il ruolo, ma ha fatto bene anche come esterno d'attacco: corsa e intensità anche nella fase difensiva, a discapito della lucidità sottoporta, ma comunque un lavoro prezioso per i compagni. Si conferma punto fermo della squadra anche Giacomo Bonaventura, dai cui piedi passano le azioni più importanti dei rossoneri sia che venga impiegato come ala sinistra che nel nuovo ruolo di mezzala: si diradano le nubi sul suo futuro e Jack si candida a diventare il leader tecnico indiscusso della squadra. La sorpresa del torneo è poi Niccolò Zanellato: il centrocampista classe '98 ha stupito tutti per personalità e qualità nei minuti a lui concessi da Montella, tornerà a lavorare ora con la Primavera ma ha dimostrato di essere pronto a rispondere ad eventuali chiamate a stagione in corso.

    COSA NON VA - Il gioco ha convinto, ma attenzione perché non è tutto oro quel che luccica e anche nella manovra ci sono alcuni nei da sistemare. Su tutti l'ostinazione a tratti deleteria nel cercare di far partire il gioco da dietro: importante che anche portiere e difensori si abituino ad impostare l'azione, ma a volte si esagera e nel corso della tournée i palloni persi così in malo modo sono stati molti. Sempre la difesa è la vera nota stonata: con tutte le attenuanti per l'assenza di Zapata e l'infortunio in corsa di Ely, 8 gol subiti in 3 partite sono tanti, emerge ancor più evidente di quanto non fosse già l'esigenza di rinforzare subito il reparto e a questo si deve l'accelerata su questo fronte di mercato. Ultimo nodo anche questo noto prima della trasferta americana i limiti di una rosa palesemente incompleta: se le prime linee hanno dato buoni segnali nell'adattamento al gioco di Montella, le riserve hanno deluso quasi in blocco e la differenza in campo all'ingresso delle seconde linee è stato sempre evidente. Come l'anno scorso la panchina è cortissima per l'Aeroplanino, che prova a fare di necessità virtù in attesa che la società riesca a puntellare la rosa con qualche innesto. Certezze e dubbi, il Milan torna dagli USA più consapevole di quali siano i punti di forza e di debolezza di una squadra chiamata a migliorare lo score negativo delle ultime due stagioni.

    Twitter: @Albri_Fede90

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