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    Milan, Ibra riporta indietro il tempo: la Champions non basta, ora vuole vincere

    Milan, Ibra riporta indietro il tempo: la Champions non basta, ora vuole vincere

    • Andrea Barbuti
    L’intervista rilasciata da Zlatan Ibrahimovic alla Gazzetta dello Sport ha tolto ogni dubbio: Ibra vuole riportare in alto il Milan, magari vincendo già da subito. “Questa volta siamo arrivati in Champions, l'obiettivo era quello, ma io voglio vincere. È una sfida che continua e io mi sto divertendo. Adesso ho più responsabilità, mi sento più leader” ha dichiarato il numero 11 rossonero. Lui sul campo e Paolo Maldini dalla scrivania, assieme a Pioli, Massara, Gazidis e ovviamente agli altri elementi della rosa, hanno riportato il Milan nella massima competizione europea, ma ora bisogna alzare l’asticella. Il club mediocre di fino a un anno e mezzo fa, quello che che prendeva 5 gol dall’Atalanta a Bergamo, è solo un brutto ricordo.

    L’INTUIZIONE DI MALDINI - Quando, a gennaio 2020, Zlatan Ibrahimovic è tornato a Milanello, il tempo è ritornato indietro, esattamente di dieci anni. Era il 2011 e il fuoriclasse svedese trascinava un Milan ancora vincente, riaccendendo l’entusiasmo di un ambiente nel quale nessuno immaginava che, di lì a poco, la società avrebbe dovuto vendere lui e Thiago Silva per risanare parte dei debiti, dando vita ad uno dei periodi più bui della storia del club. Dopo dieci anni, le speranze della Milano rossonera di ritornare ai vertici del calcio europeo si erano quasi spente del tutto. Poi è arrivata quella dolorosa sconfitta contro l’Atalanta, un’umiliazione, uno dei momenti più bassi del recente passato del Milan. Quando si tocca il fondo, però, si può solo risalire. In società hanno capito che non si poteva andare avanti così. Bisognava guardare al felice e glorioso passato, per ritrovare un degno futuro.

    UNA STORIA D’AMORE CHE SEMBRA UN FILM - La storia di Zlatan e del Milan assomiglia molto alla trama di un film francese del 2019, La Belle Époque, di Nicolas Bédos. Il protagonista, Victor, è un fumettista sulla cinquantina, disoccupato, che non si ritrova più nel mondo presente ed è ancorato al passato, proprio come il tifoso milanista. Il suo matrimonio con Marianne ormai non funziona più: lei lo tradisce e lo caccia di casa. Il figlio, però, per tirarlo su di morale, gli regala un biglietto per un’esperienza chiamata Time Traveller. La Time Traveller è un’agenzia che permette di fare dei realistici viaggi nel tempo, ricostruendo minuziosamente, anche grazie alle indicazioni del cliente stesso, l’epoca, l’ambiente e la situazione che si desidera rivivere.

    INDIETRO NEL TEMPO - Victor decide di ritornare alla sera del 16 maggio 1974, quando, in un cafè di Lione, conobbe Marianne, l’amore della sua vita. Il bar ricostruito dall’agenzia è esattamente come lo ricordava. Il meteo, i dettagli, gli eventi che si succedono sono proprio come li aveva raccontati. Ogni cosa è al suo posto. Poi arriva lei, Marianne (un’attrice, ovviamente) ed è bellissima. Tornando a Casa Milan, è come se la dirigenza avesse deciso di affidarsi a questa Time Traveller, incarnata da Zlatan Ibrahimovic, per riportare il tempo indietro di dieci anni. Tutto è perfetto ora, o quasi. Le divergenze e i problemi societari sono svaniti nel nulla. Il Milan è tornato a casa sua, in Champions e, come ha recentemente dichiarato Maldini, “siamo solo all’inizio”. Come dimostra il caso Donnarumma, il Milan è tornato una società importante, una società che è più grande dei singoli giocatori e che non accetta ricatti dai loro super-agenti.

    IL FINALE - Nel film, all’interno del mondo creato dalla Time Traveller per alcuni giorni, Victor inizia a frequentare l’attrice che interpreta Marianne e si infatua di lei. Così facendo ritrova l’ispirazione e ricomincia a disegnare. Innamorandosi della Marianne fittizia, si rende conto di essere ancora innamorato di quella vera, la donna della sua vita. I due si danno appuntamento proprio in quel cafè ricreato dall’agenzia, rivivono una serata magica e tornano insieme. Per il Milan invece i tempi non sono ancora maturi per un addio di Ibra. C’è ancora bisogno di Zlatan, delle sue prodezze e del suo carisma, dentro e fuori dal campo. Così, Ibra ha rinnovato per un altro anno e resterà fino a quando non ci sarà più bisogno di lui. Dopodiché, il finale sarà tutto da scrivere.

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