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  • Milan: Ibra, Eto'o, i goal e la questione finale

    Milan: Ibra, Eto'o, i goal e la questione finale

    Uno è abituato a decidere a suon di gol le finali che gioca, l’altro pur vincendo spesso i trofei, quasi mai lascia il segno. Sa­muel Eto’o e Zlatan Ibrahimovic, i due attac­canti che calcisticamente ri­marranno per sempre “lega­ti” dopo lo scambio che li ha visti coinvolti nell’estate 2009 tra l’Inter e il Barcellona (lo svedese in Spagna per 42 mi­lioni più il cartellino del ca­merunense), hanno compor­tamenti diversi quando la partita è di quelle importanti.
     
    Samuel non trema, ma fa tremare; Zlatan l’opposto. La Supercoppa di oggi cambierà il corso della storia? Di certo i due centravanti hanno vissuto vigilie simili, almeno sotto il profilo dell’affetto della gente. Osannati dai tifosi, sentono il “peso” di dover trascinare la squadra verso il primo titolo della stagione. Magari con un gol. Eto’o sembra avere una certa dimestichezza (15 centri in 23 finali), mentre Ibra l’ultima volta in una finale ha segnato nel 2002 (1 rete in 10 appuntamen­ti). Non un bel biglietto da visita per lo sve­dese che a oltre 8.000 chilometri di distanza dall’Italia cerca di cambiare l’ultima pagina della storia e di essere determinante in un match decisivo come è spesso capitato al nu­mero 9 nerazzurro.
     
    TRASCINATORE - Da quando è all’Inter Eto’o ha segnato 6 gol in 7 finali conquistando 5 trofei su 7. Nessuno in fondo è rimasto sorpreso visto che l’africano ha solo confermato una tendenza che era già lar­gamente positiva nei suoi an­ni al Barcellona, quando ave­va deciso l’atto conclusivo di due Champions League. «Una finale non si gioca, si vince» ha scritto nella sua autobiografia. Sul campo en­nesima conferma poco più di 2 mesi fa al­l’Olimpico, quando con una doppietta ha ste­so il Palermo e ha permesso a Leonardo di al­zare il primo trofeo della sua carriera. Il 2011-12 lo vuole iniziare nello stesso modo anche se avere di fronte il Milan non lo aiu­ta. Motivo? Da quando è arrivato in Italia, ai rossoneri non ha mai segnato e lo scorso an­no nel derby di ritorno ha fallito anche un’oc­casione molto propizia. Il Milan è dunque il tabù di Samuel? Non si direbbe dai prece­denti al Barcellona visto che contro la for­mazione di Ancelotti aveva segnato in Champions Lea­gue (2 novembre 2004: Bar­cellona- Milan 2-1), ma ai mi­lanisti aveva regalato un’amarezza anche l’1 agosto 2000 nell’amichevole vinta per 5-1 dal Real Madrid al Bernabeu. Insomma, sa come si fa e deve solo riuscirci con l’Inter. Sarà la finale di Supercoppa a sbloc­carlo? Un’esultanza particolare, raccontano, è già pronta.
     
    TRASCINATO - Diverso il discorso di Ibrahimo­vic che in carriera aveva alzato da protago­nista la Coppa d’Olanda 2002 con l’Ajax fir­mando una delle reti necessarie per battere l’Utrecht, ma che poi non è stato in grado di ripetersi su certi livelli di “decisività” nelle stagioni successive. Né alla Juventus, né al­l’Inter, né al Barcellona. Una conferma elo­quente arriva dagli oltre 9 anni durante i quali non è più riuscito a battere il portiere avversario in una finale. E pensare che di oc­casioni ne ha avute: tutte sprecate a livello personale anche se poi come squadra i suoi compagni gli hanno spesso permesso di festeggiare a fi­ne partita. Da avversario del-l­’Inter ha deciso il derby d’an­data dello scorso anno per un calcio di rigore procurato (fallo subito da Materazzi) e poi trasformato, mentre al ri­torno era out per squalifica. Scena muta negli incroci con il Barcellona quando le sue prestazioni delu­denti hanno penalizzato non poco la forma­zione di Guardiola, ma zero reti anche ai tempi della Juventus, con una sconfitta nel­la finale di Supercoppa Italiana del 2005. Pe­chino sarà l’occasione del suo riscatto?

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