Milanmania: più del tecnico servono giocatori
Ibrahimovic, Bacca, Jackson Martinez, Dani Alves, Thiago Silva, Bertolacci, Josè Mauri, Darmian, Perotti, Soriano... Obiettivi, idee, suggestioni di mercato. E vi abbiamo risparmiato tutti i nomi dei possibili sostituti di Filippo Inzaghi sulla panchina del Milan... Si scherza, ma non troppo. Il tempo delle scelte è quasi giunto ma, se quella sul nuovo allenatore è in arrivo e salvo colpi di scena non prevede romantici ritorni (Ancelotti), i tifosi attendono con maggiore partecipazione emotiva di capire che tipo di campagna acquisti sarà quelle che è alle porte. Sarà una ricostruzione graduale di una squadra che ha chiuso al decimo posto ma che, causa contingenza economica (la cessione che tarda ad arrivare, i misteriosi partner stranieri che faticano a palesarsi), sarà all'insegna del made in Italy e della necessità di ingeniarsi o è lecito sperare in un ritorno alle spese senza freni di diversi anni fa?
L'AUSTERITY NON PAGA - Probabilmente la classica via di mezzo all'italiana, perchè la disponibilità economica di oggi non è quella dei primi anni dell'era Berlusconi e perchè, d'altra parte, non si può immaginare un Milan costretto ancora per molti anni a lottare nelle ultime giornate di campionato con la speranza di conquistare almeno un piazzamento in Europa League. Lo dice la logica, lo ribadisce il cuore del tifoso e in fondo i conti sempre più rossi della società lo impongono: continuare ad investire poco o male e fallire per il secondo anno consecutivo la qualificazione alla Champions League ha comportato un danno importante alle casse del club. Cedere i campioni dell'ultimo Scudetto e puntare sui parametro zero ha messo Berlusconi nelle condizioni di tornare a staccare assegni da 50-60 milioni di euro per ripianare le perdite. Urge, pertanto, un drastico cambio di strategia.
SERVONO I CAMPIONI - Vista la quasi impossibilità di convincere Ancelotti o un altro allenatore di fama mondiale a sposare un progetto con tanti punti di domanda, non varrebbe la pena riservare i sacrifici più sostanziosi per giocatori di livello superiore a quelli attualmente in organico? Un tecnico, se bravo, può incidere e tanto sulle fortune di una squadra di calcio ma è altamente più probabile che sia il parco giocatori a disposizione a determinarne le sorti, nel bene e nel male. Al netto di meriti e colpe di chi negli ultimi anni ha guidato il Milan, sono passati i tempi in cui c'era l'imbarazzo della scelta tra titolari, panchinari e frequentatori della tribuna. Ibrahimovic, Bacca, Jackson Martinez, Dani Alves, Thiago Silva, Bertolacci, Josè Mauri, Darmian, Perotti, Soriano... Qualcuno di questi arriverà, perchè solo con una formazione nuovamente competitiva e in Champions si può seriamente pensare di rilanciare il marchio del club e trovare qualcuno disposto a fare un'offerta per il suo acquisto. Ecco perchè più dell'allenatore al centro del progetto devono tornare i campioni, quelli fatti e finiti o quelli da costuirsi in casa con pazienza e lungimiranza.
L'AUSTERITY NON PAGA - Probabilmente la classica via di mezzo all'italiana, perchè la disponibilità economica di oggi non è quella dei primi anni dell'era Berlusconi e perchè, d'altra parte, non si può immaginare un Milan costretto ancora per molti anni a lottare nelle ultime giornate di campionato con la speranza di conquistare almeno un piazzamento in Europa League. Lo dice la logica, lo ribadisce il cuore del tifoso e in fondo i conti sempre più rossi della società lo impongono: continuare ad investire poco o male e fallire per il secondo anno consecutivo la qualificazione alla Champions League ha comportato un danno importante alle casse del club. Cedere i campioni dell'ultimo Scudetto e puntare sui parametro zero ha messo Berlusconi nelle condizioni di tornare a staccare assegni da 50-60 milioni di euro per ripianare le perdite. Urge, pertanto, un drastico cambio di strategia.
SERVONO I CAMPIONI - Vista la quasi impossibilità di convincere Ancelotti o un altro allenatore di fama mondiale a sposare un progetto con tanti punti di domanda, non varrebbe la pena riservare i sacrifici più sostanziosi per giocatori di livello superiore a quelli attualmente in organico? Un tecnico, se bravo, può incidere e tanto sulle fortune di una squadra di calcio ma è altamente più probabile che sia il parco giocatori a disposizione a determinarne le sorti, nel bene e nel male. Al netto di meriti e colpe di chi negli ultimi anni ha guidato il Milan, sono passati i tempi in cui c'era l'imbarazzo della scelta tra titolari, panchinari e frequentatori della tribuna. Ibrahimovic, Bacca, Jackson Martinez, Dani Alves, Thiago Silva, Bertolacci, Josè Mauri, Darmian, Perotti, Soriano... Qualcuno di questi arriverà, perchè solo con una formazione nuovamente competitiva e in Champions si può seriamente pensare di rilanciare il marchio del club e trovare qualcuno disposto a fare un'offerta per il suo acquisto. Ecco perchè più dell'allenatore al centro del progetto devono tornare i campioni, quelli fatti e finiti o quelli da costuirsi in casa con pazienza e lungimiranza.