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Milan, Giroud non basta: Maldini e Massara non cercano un attaccante, è una scelta inspiegabile
Partiamo da Olivier Giroud, il punto fermo dell’attacco del Milan, che non a caso ha già segnato sei gol in campionato e tutti su azione, alcuni bellissimi tra l’altro. Il rischio legato a lui è soltanto legato all’età, perché ha 36 anni e non si può pretendere che giochi sempre, a maggior motivo dopo un Mondiale in cui è stato promosso titolare dopo l’infortunio di Karim Benzema. La doppietta all’esordio contro l’Australia, che tra l’altro gli ha permesso di eguagliare il record di gol in Nazionale di Henry, ha confermato l’ottima forma di Giroud, frutto della sua straordinaria professionalità, oltre che del suo fisico integro, ma è lecito chiedersi se, e quanto, possa durare fino a giugno. Un rischio appunto, comunque inferiore rispetto a quello legato al recupero di Zlatan Ibrahimovic. Reduce da un gravissimo infortunio, lo svedese a 41 anni sembra pronto per far salire gli ascolti dei programmi televisivi ai quali partecipa, ma non ancora per rilanciare il Milan verso lo scudetto della seconda stella. Nessun dubbio sul suo carisma e sul suo carattere, ma sperare che Ibrahimovic possa fare la differenza per tutta la seconda parte della stagione e non soltanto in una singola partita, sembra un puro atto di fede. Un altro rischio appunto.
Tra i due senatori rossoneri, c’è il belga Divock Origi che ha 27 anni e rispetto a loro sembra un ragazzino. Peccato, però, che si sia presentato a Milanello reduce da un infortunio che ha ritardato il suo inserimento, alimentando dubbi sulla sua utilità quando è tornato in campo. Non a caso il c.t. del Belgio, Roberto Martinez, non lo ha inserito nella lista dei convocati per il Mondiale, malgrado abbia giocato le ultime partite nel Milan dimostrando di avere recuperato almeno a livello fisico. E quindi fino a che punto si può puntare sui suoi gol?
Pensando agli attaccanti a disposizione di Stefano Pioli, c’è infine il più giovane di tutti, il serbo Marko Lazetic, 19 anni tra un mese, che finalmente ha assaggiato la prima squadra e ha segnato gol importanti nella “Primavera”, ma rimane l’ultima carta nel mazzo del tecnico rossonero, un investimento per il futuro più che una garanzia per il presente. E così, passando dai più esperti Giroud e Ibrahimovic ai più giovani Origi e Lazetic, i rischi rimangono. Per questo il vero colpo di gennaio, come lo furono negli anni scorsi lo stesso Ibrahimovic, Kjaer e Tomori, sarebbe l’acquisto di un attaccante in buone condizioni fisiche che rappresenti un’alternativa sicura e non sia soltanto un’ennesima scommessa. Perché il Milan ha bisogno di nuove certezze. Soprattutto in attacco.