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    Milan-Genoa, Niang: 'Punto a vincere il Pallone d'oro'

    Milan-Genoa, Niang: 'Punto a vincere il Pallone d'oro'

    Il giovane attaccante francese del Genoa, M’Baye Niang, arrivato a gennaio dal Milan, ha dichiarato in un'intervista alla Gazzetta dello Sport: "Dal primo giorno ho trovato un grande spirito di squadra. Per me era quasi un obbligo dare subito il massimo. Sto crescendo, ma c’è ancora tanta strada per arrivare dove voglio io. Punto al massimo, a giocare in un grandissima squadra e a vivere in campo le sfide più importanti. Lavoro per diventare un campione. Il mio sogno è conquistare il Pallone d’Oro. Farò di tutto per riuscirci e se mi fermerò a metà strada, ci avrò comunque provato. In Francia all’inizio non mi conosceva nessuno, dopo sono arrivati i problemi. Dovevo confermarmi su certi livelli. Poi è arrivata la possibilità di venire al Milan e l’ho colta al volo. Volevo crescere. Mi piacquero le idee dei rossoneri. E poi ho avuto fortuna, Allegri mi ha fatto giocare in mezzo a grandi campioni". 

    "Qui al Genoa i risultati arrivavano già prima. Toccava a me dimostrare di poter giocare. Con Gasperini c’è stata sintonia immediata, sapevo che sarebbe andata così. Ti fa crescere sotto tutti i punti di vista. Lavoro tanto, non ci sono altri segreti. Cercavo di far gol anche al Milan, in certe occasioni non ho avuto fortuna. Qui è andata meglio e spero di continuare così. Anche a Montpellier ero partito forte, poi ero calato, ma lì fu solo per colpa mia. In campo si vede che sono cresciuto. So che la nazionale francese ha ripreso a seguirmi, anche se la priorità va al mio club. Ho grandi maestri come Perotti e Iago Falqué, poi c'è Burdisso che ha avuto una carriera importante, da loro sento grande fiducia e li ringrazio. Mi sento più centravanti. Nel Milan giocavo a destra, qui a sinistra, a me va bene tutto. Ho segnato la mia doppietta da centravanti, ma imparare più ruoli non mi fa certo male". 

    "Razzismo in Italia? Sì, ma se tiri diritto la gente smette. Il mondo è fatto dagli intelligenti e dagli stupidi. Ma non succede solo qui, pensate al Feyenoord. Bravo Gervinho, che ha continuato a giocare. Io il nuovo Henry? Facciamo così: vi richiamo io a fine carriera per dirvi se avrò fatto bene come lui...". 

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