Milan, Gattuso: |'Si può battere il Barcellona'
«Milan-Barça? La squadra blaugrana è fortissima ma il calcio è strano e può succedere di tutto...». Gennaro Gattuso commenta così la prossima sfida di Champions League tra la squadra di Allegri e quella di Vilanova. L'ex centrocampista rossonero, ora al Sion, spiega le differenze tra i due club: «Il Barcellona - le sue parole al 'Mundo Deportivo' - è la squadra più forte del mondo, la squadra da battere. Ha completato una profonda trasformazione e ora tutti vogliono copiare il suo calcio. Progetto giovani al Milan? Quando non ci sono soldi è l'unico percorso da seguire... Ma la cantera non si forma in un giorno. Ci vuole tempo e pazienza. Mi ricordo che nel 2000, quando abbiamo vinto al Camp Nou con i gol di Coco e Bierhoff, il pubblico si lamentava del Barça che non era competitivo: ora la musica è cambiata. Anche il Milan dopo 25 anni di successi, dovrà aspettare due o tre annate per tornare al top». Pronostico sul passaggio del turno? Gattuso non dà il Milan per spacciato: «In teoria - spiega 'Ringhio' - il Barcellona è molto più forte però nel calcio non si sa mai. Il calcio non è una logica scritta, il calcio si gioca quindi non si può mai dire...».
BANDIERE PERDUTE - Gattuso, dopo 13 anni al Milan, è andato al Sion a caccia di nuovi stimoli. Insieme a lui, al termine della scorsa stagione, hanno lasciato il Milan altri giocatori illustri che hanno fatto la storia della società rossonera come Nesta, Seedorf, Zambrotta e Inzaghi. Il centrocampista spiega l'importana delle bandiere nel calcio, bandiere che il Milan non sembra avere più: «La forza del Barça sono giocatori come Xavi, Iniesta e Puyol come una volta il Milan aveva Maldini e Costacurta. Delle bandiere, riferimenti fondamentali che ormai mancano a Milano. Puyol? So che il suo desiderio era giocare nel Milan, ne abbiamo sempre parlato in passato...»
FUTURO TECNICO - Nel futuro di Gattuso ci potrebbe essere la carriera da allenatore. L'ex rossonero, infatti, rivela: «Voglio giocare un altro anno e poi provare ad allenare. Alla mia squadra darò sicuramente grande carattere. Guardiola? Grandissimo allenatore, per il calcio è stato un emblema. Abbiamo bisogno di allenatori come lui, ma il suo arrivo al Milan era impossibile. Apprezzo molto - conclude Gattuso - anche Luis Enrique perché si tratta di un grande uomo: discreto, disciplinato e con buone idee. E' una persona con dei valori. L'ho seguito molto da vicino quando allenava la Roma e il suo è stato un ottimo lavoro perché quella giallorossa è una piazza difficile».