'Milan furbo, da Champions!'
Quattordici campionati e più di quattrocento presenze nel Genoa, ne fanno il giocatore che nella storia ha giocato più di tutti con il “Grifone” genovese. Gennaro Ruotolo è a tutti gli effetti una bandiera di quelle che nel calcio moderno non esistono più. Oggi, dopo l’esperienza in panchina con il Savona, è nella sua Genova che si gode la famiglia nell’attesa di una chiamata importante. Il calcio lo segue per lavoro e anche per passione, perché, dice lui, “il pallone è la mia vita”. A Calciomercato.com, in esclusiva parla del primissimo scorcio di stagione che ha proposto finalmente l’avvio della serie A, e il ritorno della Champions League.
Finalmente siamo tornati a parlare di calcio giocato.
“Eh si, ci voleva proprio! Quelli come me, che hanno passato una vita intera in questo mondo, non possono proprio stare senza le partite.”
Non sarà troppo diverso quello che succede oggi rispetto a quando lei era in campo?
“Ma no, in fondo il gioco è sempre lo stesso. Ho smesso solo qualche anno fa, ma nel corso della mia carriera mi sono reso conto dell’enorme cambiamento che avveniva intorno al gioco. Oggi c’è tanta Tv in più e con Internet si sa tutto subito. Prima c’erano i giornali e solo qualche partita alla televisione. Ma va bene anche così.”
La Tv e i Media rischiano di cambiare i valori per esempio per gli allenatori? In altre parole non le sembra che in panchina ci vadano prima i tecnici più istrionici e poi quelli veramente bravi?
“Ma no, chi sa di calcio sa bene il valore del tecnico che prende. Ai giocatori e alla gente devi dimostrare di saper fare il tuo mestiere. Decisamente non basta essere attori o shomen consumati. Il campo le risposte le da chiare, e sono quelle che noi dobbiamo sempre accettare.”
E il campo cosa sta dicendo in queste prime partite della stagione?
“Che potremmo ammirare davvero un bel Napoli. Dopo anni si affaccia alla ribalta più importante e lo fa con merito. E’ vero che ha giocato solo una partita, ma a Cesena ho visto una buona consapevolezza. I ragazzi mi sembrano cresciuti e sicuri dei loro mezzi. Come diciamo noi, mi sono sembrati “cattivi” e concentrati sul risultato.”
Un po’ quello che ha fatto vedere il Milan ieri sera con il Barcellona?
“Il Milan è una squadra esperta che può puntare alla Champions. Lo credo perché ha gente di grande qualità e di esperienza come poche altre squadre. A Barcellona non c’è squadra al mondo che non vada a soffrire per 90’, e loro lo sapevano bene. Hanno impostato la gara in un certo modo, impedendo a Messi e compagni di entrare per la corsia centrale, che è poi quello che piace loro di più. Alla fine poi ci hanno messo tutta la furbizia che campioni del calibro di Seedorf, Ambrosini e Nesta hanno tra le caratteristiche principali. E il campo ha dato loro ragione.”
Le altre italiane in Champions sono l’Inter e il Napoli di cui ci ha già accennato qualcosa.
“L’Inter non mi convince. Secondo me se non cambia atteggiamento non farà molta strada. In Coppa e in Campionato. Il Napoli invece non vedo perché non possa sognare di prendersi qualche soddisfazione. Se supera il girone compie una grande impresa e poi, come si dice, da cosa nasce cosa…”
Torniamo al Campionato. Chi sono le principali favorite?
“Il Milan lo è per forza, perché campione in carica e per la capacità dei suoi giocatori di proporsi su vari fronti. Il Napoli però mi piace tantissimo. E mi piace tanto anche la Juventus. Pirlo è in assoluto il colpo del mercato. E’ di classe superiore e lo ha già dimostrato con il Parma. Del resto non lo scopriamo di certo adesso. Con lui può svegliarsi anche Vicinic e allora si che la Juve potrà lottare fino alla fine.”
Dell’Inter ci ha già parlato. Manca la Roma del nuovo progetto americano.
“Una bella incognita. Non sono sicuro che se Enrique fosse stato italiano gli avrebbero dato la panchina della Roma, dopo aver fatto bene in serie B. Parliamo tanto del Barcellona e va benissimo, ma non siamo certi del valore del campionato dal quale proviene il nuovo tecnico della Roma. Mettiamola così, ci vuole tempo e tanto carattere per rimanere saldo in una piazza difficilissima. Se gli daranno il tempo staremo a vedere.”
Dalle squadre agli uomini simbolo della nuova serie A. Chi pensa farà la differenza in campo?
“Vi dico tre nomi su tutti: Hamsik, Pato e Pirlo. Ma sono curioso di vedere Bojan e Vucinic!”
E gli uomini gol che si aspetta di vedere in cima alla classifica marcatori?
“Penso a Di Natale, che ha esperienza e si può ripetere e Gilardino, che è costante sulla doppia cifra e oltre. Ma non possiamo trascurare Cavani, anche se non penso possa ripetere i 26 centri della passata stagione, e Pazzini, che mi piacerebbe vedere più in campo.”
Chiudiamo con uno sguardo alla serie B Win.
“C’è poco da fare. Torino, Padova e Brescia sono davanti a tutte le altre. Poi in una ipotetica seconda fila metterei la Sampdoria e due incognite: Livorno e Pescara.”
Salvatore Siviero