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Milan, ecco i frutti di due anni di austerity: a giugno solo due squadre hanno speso di più in Europa
IN TOP 5 - C’è un dato che torna a far sognare i tifosi rossoneri. Il Milan, ad oggi, è la terza squadra che ha speso di più in Europa in questa sessione di mercato. Maldini e Massara hanno già tirato fuori, tra acquisto di Maignan e riscatto di Tomori, 42 milioni di euro, solo mezzo milione in meno di quelli sborsati dal Bayern Monaco, secondo, per prelevare Upamecano dal Lipsia. Chiudono la top 5 il Liverpool, con i 40 milioni spesi per Konaté e l’Aston Villa che ha strappato al Norwich il miglior giocatore della scorsa Championship, Emiliano Buendia, per 38,5 milioni. La prima italiana dopo il Milan è invece il Sassuolo che, fra i riscatti di Traoré, Maxime Lopez e Tolijan, ha già speso, o spenderà, 21,5 milioni.
MILANO E LIPSIA MAI COSÍ VICINI - Se c’è una squadra che, per strategia di mercato e profili graditi, assomiglia al Milan più di tutte le altre è proprio il RB Lipsia (spesso e volentieri quando un giocatore giovane e promettente viene accostato ai rossoneri, poi subentrano i tedeschi a soffiarglielo scatenando l’ironia sui social). Proprio la squadra sassone è, fin qui, la regina del mercato europeo. Sono ben 68 - nessuno come loro in Europa - i milioni spesi in questa sessione di mercato, per mettere a disposizione del nuovo allenatore Jesse Marsch il terzino destro Hendrichs (15 milioni dal Monaco), il terzino sinistro Angeliño (18 milioni dal Manchester City) e i difensori centrali Gvardiol (18 milioni dalla Dinamo Zagabria) e Simakan (ex obiettivo proprio del Milan, pagato 15 milioni dallo Stasburgo). Non è finita qui però, perché il Lipsia, da sempre attentissimo ai bilanci, dalle cessioni ha già guadagnato 92 milioni fra Konaté, Upamecano e Wolf (passato al Moenchengladbach), ai quali si aggiungono i 30 della clausola rescissoria dell’allenatore Nagelsmann, pagati dal Bayern Monaco.
ELLIOTT RACCOGLIE I FRUTTI - Gli ultimi due anni sono stati all’insegna della spending review per il club di via Aldo Rossi. I pochi acquisti sono stati ponderati e soprattutto legati alle cessioni. Gli investimenti, mai particolarmente ingenti, sono stati sempre incanalati nella valorizzazione di giovani sconosciuti di cui Saelemaekers è probabilmente il simbolo. Poi solo prestiti, con l’obiettivo di risanare il più possibile un bilancio martoriato dalle precedenti gestioni (fra cui rientra sicuramente anche il primo anno di Elliott con Leonardo al timone). Con l’arrivo di Ibra però è cambiato tutto. Il Milan è tornato in Champions, il che significa non solo tanti milioni di premi per la partecipazione, ma anche l’opportunità di nuovi sponsor e soprattutto un ritrovato appeal internazionale. Con la Champions arrivano anche i soldi quindi, da spendere però con accuratezza, senza creare nuovi buchi a bilancio che vanifichino l'egregio lavoro svolto fin qui. Sembrerà poco, ma nello scenario post-pandemico del 2021, poter fare degli investimenti, seppur ragionati, è un lusso. Mentre gli altri club, italiani e non solo, sono in enorme difficoltà economica a causa del covid e di un sistema che sta diventando insostenibile, la parsimoniosa gestione attuata da Elliott negli ultimi anni comincia a dare finalmente i suoi frutti.