Milan, è questo il vero Loftus-Cheek: ecco perché regge il paragone con Milinkovic-Savic
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Siamo arrivati soltanto alla metà di febbraio e, con ancora 14 partite di campionato da giocare e un’Europa League che offre interessanti prospettive dopo il 3-0 rifilato al Rennes nell’andata dei play-off per accedere al tabellone degli ottavi di finale, il Milan ha individuato in Ruben Loftus-Cheek il centrocampista capace da solo di reggere la grandissima parte della produzione realizzativa di un intero reparto e quasi di eguagliare i numeri del centrocampo rossonero nella stagione 2022/23, quella nella quale Sandro Tonali, Rade Krunic, Ismael Bennacer e Tommaso Pobega hanno collezionato insieme 9 reti in 40 presenze di media. La doppietta di ieri sera, la seconda da quando è approdato in Italia dopo quella in campionato contro il Bologna, consente al calciatore inglese di salire a quota 7 e di confermarsi come uno degli elementi più in palla della formazione allenata da Stefano Pioli.
BELLA SCOPERTA - I continui fastidi legati ad una pubalgia che lo ha molto condizionato tra ottobre e novembre scorsi a livello di continuità di prestazioni e soprattutto di facilità di corsa - l’aspetto che da sempre distingue maggiormente il suo modo di interpretare il calcio - sembrano oggi un lontano ricordo e permettono a Pioli di godersi un giocatore che mancava al Milan ormai da un paio di stagioni e, riprendendo le frasi del tecnico nel post-gara di Sky Sport, che riporta alla memoria un’altra mezzala che ha lasciato la scorsa estate la Serie A dopo essere stato un riferimento nel ruolo per diverse stagioni. Ci riferiamo a Franck Kessie e a Sergej-Milinkovic-Savic, ultimi interni - insieme allo juventino Adrien Rabiot - a raggiungere la doppia cifra considerando tutte le competizioni nelle quali sono stati coinvolti. Quest’ultimo si è fermato a 11 l’annata passata, mentre il fresco campione d’Africa e l’ex giocatore della Lazio hanno saputo toccare un picco di 14 gol complessivi, rispettivamente nella stagione 2020/21 il primo e nella 2017/18 il secondo.
COME MILINKOVIC - Se per Kessie va tenuto in considerazione il fatto che sia stato per anni il primo o comunque uno dei rigoristi designati della formazione rossonera, per gli altri esempi presi in considerazione il discorso non vale e dà una misura ancora maggiore della straordinarietà di certi numeri. Rispetto all’ivoriano, Loftus-Cheek non avrà probabilmente mai la capacità di tamponare le iniziative avversarie e offrire il medesimo contributo nella fase di non possesso, ma nell’attuale Serie A è davvero complicato intravedere con la stessa progressione in corsa e la stessa prepotenza atletica. Meno tecnico ma fisicamente ancora più dominante di Milinkovic-Savic. Arma tattica che Pioli ha imparato a scoprire col passare dei mesi - mezzala pura o incursore più centrale a seconda anche delle caratteristiche della squadra rivale che si trova di fronte - e che si sta convertendo, in attesa del ritorno in pianta stabile della migliore versione di Leao, nella prima alternativa a livello realizzativo di Olivier Giroud.
PRCEDENTI INCORAGGIANTI - 6 reti nelle ultime 8 partite ufficiali e uno stato psico-fisico che non si ammirava probabilmente da quella che resta agli annali come la sua migliore in carriera, la 2018/19, quando Maurizio Sarri ne fece un perno del suo Chelsea finalista di Carabao Cup ma soprattutto trionfatore nell’edizione di Europa League che vide i Blues affrontare e superare in finale i rivali cittadini dell’Arsenal. Un precedente incoraggiante per il Milan, desideroso di riscattare un campionato ed una Champions League soprattutto non giocate al pieno delle proprie potenzialità col tentativo di conquistare l’unica competizione europea che manca in bacheca. E i richiami alla “cabala” non si fermano qui: l’ultimo centrocampista rossonero a realizzare una doppietta in una partita internazionale ad eliminazione diretta era stato un certo Ricardo Kakà. Anno di grazia 2007, quello dell’ultima Champions League.
BELLA SCOPERTA - I continui fastidi legati ad una pubalgia che lo ha molto condizionato tra ottobre e novembre scorsi a livello di continuità di prestazioni e soprattutto di facilità di corsa - l’aspetto che da sempre distingue maggiormente il suo modo di interpretare il calcio - sembrano oggi un lontano ricordo e permettono a Pioli di godersi un giocatore che mancava al Milan ormai da un paio di stagioni e, riprendendo le frasi del tecnico nel post-gara di Sky Sport, che riporta alla memoria un’altra mezzala che ha lasciato la scorsa estate la Serie A dopo essere stato un riferimento nel ruolo per diverse stagioni. Ci riferiamo a Franck Kessie e a Sergej-Milinkovic-Savic, ultimi interni - insieme allo juventino Adrien Rabiot - a raggiungere la doppia cifra considerando tutte le competizioni nelle quali sono stati coinvolti. Quest’ultimo si è fermato a 11 l’annata passata, mentre il fresco campione d’Africa e l’ex giocatore della Lazio hanno saputo toccare un picco di 14 gol complessivi, rispettivamente nella stagione 2020/21 il primo e nella 2017/18 il secondo.
COME MILINKOVIC - Se per Kessie va tenuto in considerazione il fatto che sia stato per anni il primo o comunque uno dei rigoristi designati della formazione rossonera, per gli altri esempi presi in considerazione il discorso non vale e dà una misura ancora maggiore della straordinarietà di certi numeri. Rispetto all’ivoriano, Loftus-Cheek non avrà probabilmente mai la capacità di tamponare le iniziative avversarie e offrire il medesimo contributo nella fase di non possesso, ma nell’attuale Serie A è davvero complicato intravedere con la stessa progressione in corsa e la stessa prepotenza atletica. Meno tecnico ma fisicamente ancora più dominante di Milinkovic-Savic. Arma tattica che Pioli ha imparato a scoprire col passare dei mesi - mezzala pura o incursore più centrale a seconda anche delle caratteristiche della squadra rivale che si trova di fronte - e che si sta convertendo, in attesa del ritorno in pianta stabile della migliore versione di Leao, nella prima alternativa a livello realizzativo di Olivier Giroud.
PRCEDENTI INCORAGGIANTI - 6 reti nelle ultime 8 partite ufficiali e uno stato psico-fisico che non si ammirava probabilmente da quella che resta agli annali come la sua migliore in carriera, la 2018/19, quando Maurizio Sarri ne fece un perno del suo Chelsea finalista di Carabao Cup ma soprattutto trionfatore nell’edizione di Europa League che vide i Blues affrontare e superare in finale i rivali cittadini dell’Arsenal. Un precedente incoraggiante per il Milan, desideroso di riscattare un campionato ed una Champions League soprattutto non giocate al pieno delle proprie potenzialità col tentativo di conquistare l’unica competizione europea che manca in bacheca. E i richiami alla “cabala” non si fermano qui: l’ultimo centrocampista rossonero a realizzare una doppietta in una partita internazionale ad eliminazione diretta era stato un certo Ricardo Kakà. Anno di grazia 2007, quello dell’ultima Champions League.