Milan e Inter, la maggioranza di governo si spacca sul nuovo stadio. Sgarbi: 'San Siro non si tocca'
MOTIVO - "Il motivo è ambientale, perché nel progetto del nuovo stadio non c'è sostenibilità; solo per l'abattimento di San Siro e la ricostruzione di un altro impianto servono 175 camion al giorno per sei o sette anni. Sarebbe un disastro ambientale. Il 98% delle persone che hanno partecipato al dibattito pubblico sostiene che questo progetto non va bene, mi auguro che il Comune ne tenga conto".
LA CHIAMATA - Pronto a intervenire sulla questione anche il neo Sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi che potrebbe provare a salvare San Siro, come conferma Enrico Marcora di Fratelli d'Italia: "Ho chiamato Sgarbi, prenderà in mano la pratica sulla demolizione di San Siro perché la soprintendenza non dovrebbe dare il via libera a un bene tutelato. Se qualcosa andrà contro la legge, interverrà".
SGARBI - Intervenuto all'Ansa, Sgarbi ha parlato così: "Il Meazza non si tocca. Lo dice la legge, non io. E' uno stadio del 1926, sarebbe come togliere l'Eur a Roma; dopo 70 anni scatta il vincolo automatico e non si può buttare giù. Se invece serve un vincolo lo metterò io. Ma non serve un vincolo per salvare questo stadio, servirebbe una decisione del ministero per dire di abbatterlo ma non arriverà mai".
LA RISPOSTA A SALA - "Capisco Sala (QUI le sue parole), ma io metto la Pietà Rondanini e la sua collocazione come l’emblema di un errore che non si ripeterà - continua Sgarbi - Qui non si farà questo errore, nessuna soprintendenza dirà che si può buttare giù", ha chiuso criticando il nuovo allestimento dell’opera di Michelangelo al Castello Sforzesco.