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  • Milan, è il momento della svolta. Ora chiedete scusa a Pioli e Maldini

    Milan, è il momento della svolta. Ora chiedete scusa a Pioli e Maldini

    • Cristiano Ruiu
      Cristiano Ruiu
    Per l’ennesima volta nella storia del Milan è la musichetta della Champions League a rompere l’incantesimo di una squadra che sembrava non ritrovarsi più. Proprio nel momento più difficile di questi anni di Pioli e Maldini, i rossoneri sfoderano una prestazione di altissimo livello che apre addirittura le porte a una possibile qualificazione ai quarti di finale di Champions, cosa che sembrava nemmeno ipotizzabile fino a pochi giorni fa. La vittoria contro il Tottenham potrebbe essere davvero la svolta di un nuovo inizio e la certificazione del fatto che il nuovo atteggiamento tattico proposto dall’allenatore possa essere quello giusto per concludere nel modo migliore la stagione.

    STRATEGIA - Dopo i risultati e le prestazioni dell’ultimo mese Pioli è stato massacrato dalla critica e dai tifosi, Maldini idem per il mercato estivo e le mancate correzioni invernali. Noi, modestamente, abbiamo ribadito più volte i concetti per cui Pioli andava ringraziato per quanto fatto nelle ultime due stagioni con a disposizione una rosa non certo di prime scelte, nemmeno a livello nazionale, mentre Maldini andava elogiato per aver permesso alla società di conseguire importanti traguardi sportivi nonostante il primo obiettivo della proprietà fosse (ed è) raggiungere  risultati di carattere economico. Lo dimostrano il progressivo abbattimento del monte ingaggi, la perdita dei top player o potenziali tali e il puntare esclusivamente su giovani da far crescere e introdurre sul grande palcoscenico. Strategie e obiettivi, peraltro, mai celati da Maldini stesso.

    LA MOSSA - Per questo motivo le critiche dell’ultimo periodo sono state eccessive, fuori luogo e fuori bersaglio. Anche perché lo stesso Pioli, in condivisione con Maldini, mentre il Milan stava sprofondando nel baratro della media di 4 gol incassati a partita, aveva già in mente un progetto per uscire dalla profonda crisi. Dopo il derby perso avevamo scritto che il Milan aveva finalmente imboccato la strada giusta per venirne fuori. Mentre tutti gli “espertoni” criticavano i rossoneri per il catenaccio da zero tiri in porta proposto contro Simone Inzaghi, noi tiravamo un sospiro di sollievo. Pioli doveva bloccare l’emorragia di gol presi e ridare fiducia al gruppo. Lo ha fatto introducendo la difesa a 3 (o a 5 se preferite) e abbassando drasticamente il baricentro della squadra. Contro l’Inter ha limitato i danni evitando la goleada e rischiando di pareggiarla fino al 96esimo. Contro il Toro ha ripetuto la stessa partita impiegando di nuovo Leao e smettendo di prendere gol. In Champions League ha fatto lo stesso difendendo dentro la propria area e ripristinando le care e vecchie marcature a uomo, soprattutto sulle palle inattive e soprattutto su Kane.

    LA TRASFORMAZIONE - Il risultato è stato eccezionale, dopo aver vissuto due anni di squadra cortissima in pressing asfissiante al limite dell’area avversaria, Pioli in tre partite ha trasformato il Milan radicalmente riportandolo indietro di 30 metri e proteggendo così i propri difensori e il proprio portiere. Non sono casuali l’ottima prestazione di Tatarusanu, già grande protagonista contro Inter e Toro, l’eccellente debutto di Thiaw e il ritorno in grande stile di Kjaer. Con una squadra così raccolta ha costretto il Tottenham a venire fuori e ha creato gli spazi per le ripartenze letali di Theo e soprattutto Leao, imprendibile per i difensori e i centrocampisti di Conte, forti fisicamente ma molto lenti. In una serata di Champions cosí il portoghese si è esaltato e i due francesi, Theo e Giroud, si sono finalmente lasciati alle spalle le scorie di quella maledetta finale persa a Doha. Ne è venuta fuori una prestazione quasi perfetta, contro un avversario di caratura superiore, che non più tardi di una settimana fa aveva battuto niente po’ po’ di meno che il Manchester City.

    FIDUCIA - Il “quasi” è legato al mancato raddoppio nella ripresa. Le occasioni clamorose mancate da De Ketelaere e Thiaw a due passi dalla porta inglese rischiano di diventare una “sliding door” dolorosa nell’economia del passaggio del turno. Sarà difficile difendere il solo gol di Diaz nel ritorno di Londra, ma a parte questo rimane la sensazione che in una serata come quella di San Siro ci fosse davvero l’occasione per ipotecare la qualificazione ai quarti di finale di Champions. Quello però che rimane, di certo, è la ritrovata fiducia della squadra e il nuovo equilibrio della fase difensiva. Magari non basterà per eliminare la squadra di Conte, ma sarà molto utile per centrare uno dei primi 4 posti in campionato e tornare a sentire la “musichetta” per il terzo anno di fila. Alla faccia di chi, dopo questo orribile mese di gennaio, voleva cacciare Pioli e Maldini.

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