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    Milan, è corsa a due: un magnate americano sfida Ricketts

    Milan, è corsa a due: un magnate americano sfida Ricketts

    • Daniele Longo e Andrea Distaso
    Il Milan è vicino a voltare pagina e ad archiviare dopo appena un anno la parentesi cinese e la gestione a tratti misteriosa di Yonghong Li. La clamorosa uscita pubblica della famiglia Ricketts, proprietaria tra l'altro della squadra di baseball dei Chicago Cubs, che ha manifestato la volontà di acquisire il club rossonero è la conferma che nei prossimi giorni potrebbero succedere fatti molto importanti, destinati a cambiare nuovamente la fisionomia del Diavolo. Il mancato versamento dei 32 milioni di euro dell'aumento di capitale da parte dell'uomo d'affari cinese può davvero essere il preludio a un ingresso, magari graduale, di un nuovo soggetto e tutti gli indizi portano agli Stati Uniti, dove la famiglia Ricketts (accompagnata da Morgan Stanley) non rappresenta l'unico interlocutore.

    L'ALTRO AMERICANO - Secondo quanto appreso da calciomercato.com, nei recenti incontri londinesi tra Marco Fassone e gli altri componenti della delegazione milanista con gli istituti di credito americani che stanno fungendo da intermerdiari, sarebbe emersa l'opzione alternativa, più datata nel tempo e oggi considerata la più forte negli ambienti finanziari, con la regia di Goldman Sachs. Un'opzione che porta a un magnate statunitense in possesso di un patrimonio molto significativo e col quale starebbe trattando in prima persona la componente cinese del club di Via Aldo Rossi, ossia il patron Yonghong Li e il braccio destro David Han Li. 

    IL TEMPO STRINGE - Sul nome resiste il più massimo riserbo, mentre il piano di ingresso nel Milan prevederebbe un investimento graduale, con l'acquisto in partenza di una quota di minoranza e una successiva quotazione della società sulla borsa asiatica per consentire a Yonghong Li di rientrare dell'investimento personale di circa 400 milioni di euro sostenuto poco più di un anno fa. Si tratta di una corsa contro il tempo, perchè entro 10 giorni lavorativi il proprietario del Milan deve restituire al fondo Elliott i 32 milioni versati per coprire la fetta di aumento di capitale lasciata scoperta ed evitare così di perdere il controllo del proprio pacchetto azionario.

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