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    Milan, cosa c'è dietro al no di Maldini

    Milan, cosa c'è dietro al no di Maldini

    • Fabrizio Romano
    Per adesso, è un no. Secco, convinto, motivato. Paolo Maldini allo stato attuale delle cose rifiuta un ruolo nel nuovo Milan pensato dalla cordata cinese attesa per completare il closing ormai a breve e coordinato da Marco Fassone. Ma perché l’ex capitano rossonero non ha scelto di appoggiare questo progetto? Il problema principale riguarda le garanzie dalla cordata: dovesse accettare, Maldini diventerebbe figura di spicco del nuovo corso e dunque un volto legato ai cinesi. 

    (ENGLISH VERSION)

    I MOTIVI DEL NO – Prima di entrare in ballo così, dunque, Maldini si aspettava di essere contattato direttamente da chi diventerà proprietario del Milan per potersi interfacciare – anche in vista del futuro – con i vertici del club. E non dover essere un dirigente per quanto importante, privo di un contatto diretto con i piani alti della società, per quanto rispettoso e grato a Fassone che ha fatto il possibile. In più, il ruolo: proprio Fassone sarà il futuro amministratore delegato, Maldini prevedeva un ruolo a quell’altezza e non al pari del ds Mirabelli. Ma dopo anni difficili, il riferimento dei cinesi nella mente della cordata deve essere uno solo ed è stato individuato da tempo in Fassone. Ecco perché Maldini non vuole sentirsi a un piano inferiore.

    I RETROSCENA – Filtra anche un deciso malcontento di Maldini non solo sulla questione economica, vista una proposta che non ha esaltato l’ex difensore della Nazionale; ma anche sulle scelte in cui si è sentito poco coinvolto. Metterlo in ballo adesso quando è già stato scelto il direttore sportivo significherebbe essere una semplice figura dirigenziale con tante responsabilità agli occhi dei tifosi per il suo nome, ma con poco potere effettivo. Un capro espiatorio facile qualora le cose non dovessero andar bene, insomma. Maldini non ha gradito e ha preferito declinare, con particolare fastidio, come racconta chi lo conosce bene. Voleva potere decisionale, spazio operativo, un rapporto diretto con i cinesi e uno stipendio importante. Così è nato il suo no. E adesso? Tornano tanti nomi, da Massimo Ambrosini a Demetrio Albertini. Anche perché un’altra idea a cui si era pensato in gran segreto nelle scorse settimane, ovvero Zvonimir Boban, si è arenata: irraggiungibile visto il suo incarico con Infantino, non ha voluto lasciare né valutare una proposta dal club. E così, la ricerca del Milan continua.

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