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Milan, dietro le parole di Ibrahimovic: c'è una condizione per il ritorno
CONDIZIONE BASE - Capire quale possa essere la mansione più corretta per l'ex attaccante è il nodo principale dell'intera vicenda. D'altronde Ibra è una presenza imponente nello spogliatoio rossonero, una figura che potrebbe fungere da collante tra club e giocatori e possa tenere la barra dritta nei momenti più complicati, ma che allo stesso tempo potrebbe rivelarsi scomoda per Pioli. Anche perché lo svedese ha le idee chiare: no ad un ruolo di facciata, vuole una mansione che gli permetta di agire e incidere attivamente sul mondo Milan. E' esattamente questo il senso delle parole rilasciate al Festival dello Sport: "Sto prendendo tempo per capire cosa voglio fare. Ci sono più offerte ora che quando giocavo. Se entro in qualcosa voglio fare la differenza, essendo me stesso. Non voglio entrare in una situazione come simbolo. Entro, inizio da zero e faccio quello che riesco a fare. Poi ovvio, c'è anche la tua immagine da personaggio. Vediamo cosa succede, qualcosa succede. Ho avuto qualche meeting col Milan. Il boss, l'altro boss. Parliamo. Vediamo dove si arriva. È il momento di conoscerci. Poi se uno può portare qualcosa fa effetto, se non può portarlo non fa effetto".
PROSEGUONO I CONTATTI - Dal campo alla scrivania nulla cambia per Ibrahimovic: è un leader, vuole essere importante anche in una nuova struttura dove non esiste una sola persona che detiene il potere ma tutti sono fondamentali e collaborano per arrivare al risultato. Su questo vertono le riflessioni dello svedese con il Milan che attende, i contatti proseguono con la prospettiva di rivedersi nelle prossime settimane, probabilmente tra novembre e dicembre, per fare un nuovo punto e capire se ci siano le condizioni per concretizzare il ritorno di Zlatan in rossonero, questa volta con una nuova veste.