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Milan, Dalot: 'Io come un padre per Leao. Scudetto? Normale crederci se in spogliatoio hai Ibra, Dida e Bonera'
SU LEAO - "Siamo abbastanza diversi. Lui fuori dal campo è molto più estroverso, e pure in campo io sembro più concentrato. Non che lui non lo sia, diciamo che lo è in modo diverso. Forse per questo siamo così amici, perché siamo complementari. Io per lui sono quasi una figura paterna: lo tranquillizzo, lo invito a riflettere prima di fare una cosa, ad andarci piano. Gli sto vicino e gli dico quello che va bene o che non va bene. Lui fa il contrario: sostiene che devo essere più sciolto, che non devo preoccuparmi troppo per tutto. Siamo l'opposto uno dell'altro, è divertente".
SU MOURINHO - "Mi ha lasciato tante cose. Innanzitutto è l'uomo che mi ha fatto salire un gradino, facendomi giocare in un campionato importante e nel trofeo più prestigioso, la Champions. Poi mi ha sempre fatto vedere, spiegandomelo, quello che mi mancava per giocare ai massimi livelli. E mi piace come gestisce il gruppo".
SU PIOLI - "Mi piace la sua capacità di comunicare con i giocatori, facendo sentire utile e speciale ciascuno, sia che giochi tutte le partite, sia che scenda in campo una volta al mese. Come tecnico sta facendo un lavoro fantastico. La classifica di Serie A parla per lui".
SE SPERAVA DI GIOCARE MAGGIORMENTE - "Quando ho accettato la proposta del Milan avevo un obiettivo più importante di altri, sentire di nuovo il profumo dell'erba. Prima ancora, tornare a considerarmi un giocatore dopo tutti gli infortuni che mi avevano frenato negli ultimi tre anni. Ci sono riuscito. Finora sono sempre stato a disposizione dell'allenatore. Poi volevo dimostrare di meritare di giocare, attraverso il lavoro quotidiano. E anche questo traguardo credo di averlo raggiunto: fino a questo momento ho giocato 16 partite. Mi pare molto positivo".
SULLA DIFFERENZA CON CALABRIA - "Da un terzino Pioli vuole equilibrio: compattezza difensiva e capacità di spinta. Rispetto a Calabria io forse sono un po' più offensivo. Avere caratteristiche diverse è una risorsa: io, Davide e Theo abbiamo qualità differenti e questo è un bene, perché offre all'allenatore possibilità di scelta e aumenta la competitività in allenamento. In un grande club come il Milan la concorrenza alza il livello complessivo della squadra".
SULLO SCUDETTO - "Se ci crediamo? E' normale quando fai tanti punti e nello spogliatoio ci sono giocatori, o ex, vincenti come Zlatan o Bonera e Dida. La cosa importante è mantenere equilibrio. Se ci riusciamo, sono convinto che lotteremo fino in fondo per il titolo".