Milan, dalla Cina ritardi e misteri sulla licenza marketing
Doveva regalare introiti milionari, ha portato poche migliaia di euro. La Cina doveva rappresentare per il Milan una gallina dalle uova d'oro dal punto di vista commerciale, la realtà dei batti è ben diversa. Come scrive Repubblica il punto più debole di Marco Fassone rimane l’Asia, da dove, oltre alla notizia dell’interessamento all’acquisto del Milan da parte di un gruppo finanziario di Hong Kong e di un imprenditore di Macao padrone di una catena di sale da gioco, ne arriva un’altra sulla licenza registrata dallo stesso Fassone a Pechino per lo sviluppo della Red & Black, veicolo del marketing rossonero. La firma dell’accordo ventennale risale al 13 ottobre 2017, ben 6 mesi dopo il passaggio di proprietà del Milan: un ritardo che cozza contro l’ottimistico piano di sviluppo in Cina, presentato all’Uefa. Sul capitale sociale le cifre divergono: 35 mila euro nella versione inglese, 350 mila in quella cinese. Inoltre, nella presentazione dell’aprile di quest’anno dell’accordo di collaborazione tra Red & Black e il Guizhou, club della Super League cinese, non appaiono alcuna legittimazione della camera di commercio locale, né un timbro dell’autorità competente: l’accordo, dunque, in Cina sarebbe nullo.