2017 UEFA
Milan, dai 65mila di agosto ai 20mila di ieri: sogno diventato incubo a San Siro
Sogni a San Siro. Ci si preparava per la festa. Era il 3 agosto. Sembrava l'inizio di una nuova storia, si è rivelato solo un intermezzo (pubblicitario). Si giocava il turno preliminare di Europa League. Il Milan aveva riportato il suo popolo a casa. La squadra era stata rivoluzionata, il paletto dell'ambizione era stato spostato (molto) in là. L'acquisto di Bonucci dalla Juventus aveva spostato le gerarchie di mercato. Il 6° posto dello scorso campionato - così si diceva in estate - si presentava come un piedistallo sopra cui salire per fare il salto di qualità, in Champions League, come no. Oggi la classifica dei rossoneri è impietosa: il Milan è al 10° posto, a -12 dal Napoli, -10 dall'Inter che l'ha battuta nel derby, -7 da Lazio e Juventus. La crisi è conclamata. Il Milan è una squadra in ritardo su tutto. Che ha già trovato un capro espiatorio nel preparatore Marra e ora ne cerca - inevitabilmente - un altro.
La verità è che qualsiasi squadra non si costruisce in poche settimane. Anche per i sogni, perché non durino un attimo, ci vuole tempo e pazienza. Il Milan ha fatto tutto molto in fretta. E nella costruzione della squadra molto ha sbagliato. Erano 65.000 pieni di entusiasmo soltanto due mesi e mezzo fa, con il Craiova. Erano 20.000 ieri sera, con l'AEK, delusi e inviperiti. Che fine hanno fatto gli altri 45.000 tifosi rossoneri? Come può essere stata capace una società a disperdere un patrimonio così vivo, così ricco, così gravido di promesse? E' questa la sconfitta più grande: aver bruciato i sogni di tutti in pochissimo tempo, aver tradito le attese di chi aveva creduto che una rinascita fosse possibile, che esistesse davvero un nuovo inizio. Quello del Milan è stato il sogno di una notte di mezza estate. Ora Montella, Mirabelli, Fassone, la proprietà e quei giocatori che il tecnico ha definito "sfiduciati" devono fare i conti con una realtà che non contempla più favole. Nessuno ha voglia di raccontarle, nessuno ha voglia di ascoltarle.