
Milan, da Tare a Sartori: pro e contro di ogni candidato alla scrivania da direttore sportivo
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TONY D’AMICO
PRO:
- lavora tanto a 360 gradi, non stacca mai. Ha competenze sia da scout ( ha iniziato la sua carriera con quel ruolo ndr) che da manager.
- carattere forte, non teme le pressioni e tantomeno il peso del nome del giocatore.
- rapido e risolutivo nelle trattative, ha soffiato obiettivi di mercato anche alle big ( vedi Scamacca).
- vasta rete di contatti italiani ed esteri. È sicuramente uno dei direttori più apprezzati e in rampa di lancio.
CONTRO:
- ha un contratto lungo e oneroso con l’Atalanta che ha tutta l’intenzione di tenerselo stretto.
- Banalmente non hai ancora fatto esperienza in club come il Milan.
- Da capire l’eventuale convivenza con Moncada.

IGLI TARE
PRO:
- il dirigente albanese è libero sul mercato e potrebbe iniziare a lavorare al nuovo Milan fin da subito.
- sa farsi sentire e rispettare all’interno dello spogliatoio. È un direttore di campo che ama entrare nelle dinamiche interne al gruppo per cercare di risolvere i problemi.
- buona rete di contatti a livello internazionale.
- ottimo rapporto con Moncada.
CONTRO:
- ha lavorato sempre e solo alla Lazio con una struttura particolare che verte molto sulla figura del presidente Claudio Lotito.
- ha fatto molto bene nei suoi primi anni alla Lazio, meno negli ultimi con acquisti onerosi come quello di Vedat Muriqi che poi hanno fallito anche in maniera clamorosa.
- è fermo da due anni, ovvero dal momento in cui ha chiuso con Claudio Lotito e con la Lazio.

GIOVANNI SARTORI
PRO:
- competenza ai massimi livelli, il navigato direttore sportivo del Bologna fiuta il talento come pochi in Europa. Formidabile scout, sceglie i giocatori solo dopo esserli andati a vedere di persona. Vecchia scuola.
- genera plusvalenze: fare la lista dei giocatori comprati a poco e rivenduti a 2/3 volte tanto il prezzo iniziale meriterebbe un articolo a parte. Tra Verona, sponda Chievo, Atalanta e Bologna ha portato realtà di provincia a giocare la Champions League.
- sa trasmettere serenità allo staff tecnico e ai giocatori. Parla poco, solo quando serve davvero.
CONTRO:
- ama la provincia perché si può fare calcio come vuole lui: senza troppe pressioni e puntando sulle novità e il progetto. Al Milan non c’è mai troppo tempo e le pressioni sono enormi.
- ha appena rinnovato il contratto con il Bologna e il suo rapporto con il patron Saputo è ottimo.
- non è mediatico. Interviene poco e niente davanti alle telecamere, sia nei momenti positivi che negativi. Lavora senza le luci della ribalta ma al Milan potrebbe richiedere altro.