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    Milan con il turbo Ibra, Juve con il fiatone: Conte, basta Del Piero panchinaro

    Milan con il turbo Ibra, Juve con il fiatone: Conte, basta Del Piero panchinaro

    • Xavier Jacobelli - Direttore Calciomercato.com

     

    Sulla carta, gli anticipi dovevano essere favorevoli alla Juve. Invece, il Milan ha travolto il Palermo a casa sua, innestando il turbo Ibra, al rientro dopo tre giornate di squalifica, mentre i bianconeri sono stati bloccati in casa da un grande Chievo: dodicesimo pareggio, terzo nelle ultime quattro partite, imbattibilità conservata dopo 29 gare ufficiali fra campionato e Coppa Italia, ma distacco dai rossoneri che sale a 3 punti. Anche se mercoledì, qualora vincesse il recupero con il Bologna, Conte riagguanterebbe Allegri.
     
    Ma, questa Juve, così com'è non va. Ha il fiatone, come Conte ha onestamente riconosciuto dopo la partita ricordando che la squadra è andata a duecento all'ora dall'inizio della stagione e annotando che l'organico a sua disposizione non sia propriamente fortissimo.
     
    Marchisio e Pirlo non sono dei robot  e, se il primo rallenta e il secondo viene marcato a uomo da Sammarco, il centrocampo batte in testa. Se, poi, s'infortuna lo stakanovista Barzagli che, sino a stasera non aveva saltato una partita, anche la difesa balla e l'ennesima topica dell'irriconoscibile Bonucci è lì a dimostrarlo.
    Ancora: Padoin non si è inserito negli schemi di Conte e traccheggia mentre Caceres parte riserva e Elia non si sa dove sia. Borriello finisce addirittura in tribuna, Vucinic è impalpabile. Che cosa deve fare Del Piero per giocare molto più di quanto non gli sia stato concesso sinora?
     
    Vive tutta un'altra situazione Allegri: il ritorno di Ibrahimovic è stato devastante, come il 4-0 di Palermo dove i rossoneri non passavano da sei anni. La condizione atletica dei campioni d'Italia è brillante: buon segno in vista del ritorno di Champions con l'Arsenal, già liquidato 4-0 all'andata. Disastroso il Palermo di Mutti la cui difesa è stata un autentico colabrodo.
     
    Postilla conclusiva per il signor Nicchi, presidente degli arbitri.  Anzichè presentarsi sugli schermi Rai per annunciare le proprie dimissioni, dopo il disastro continuo della categoria (e il gol in fuorigioco di De Ceglie?), stasera ha addirittura pontificato, dando lezioni di morale e di comportamento, affermando addirittura che gli arbitri accettano serenamente le critiche. Ma dove? Ma quando? Ma come? Ma Nicchi pensa che siamo tutti scemi? L'International Board, intanto, ha deciso che ci sono due sistemi per valutare se un gol sia gol o no. Però se ne riparlerà il 2 luglio a Kiev. Cioè fra quattro mesi. Così, se all'Europeo gli arbitri faranno altre porcherie, sapremo chi ringraziare.

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